“Per essere competitivi sul mercato della nocciola occorre puntare sulla qualità”. E’ questa la convinzione di Alessandro Delmonte, socio titolare di Nocciolanghe (a sinistra nella foto assieme al socio Lorenzo), giovane e dinamica azienda di Cortemilia (Cuneo), la località delle Langhe dove ogni anno “si fa” tra l’altro il prezzo delle nocciole. Myfruit.it lo ha intervistato per fare il punto sull’andamento del 2020 e gli obiettivi del 2021.
Delmonte, innanzitutto può presentare la sua azienda?
Nocciolanghe è nata formalmente nel 2017 e ha iniziato la propria attività nell’aprile 2018 per iniziativa del sottoscritto, del mio socio Lorenzo Boffa e di Gianluca Cerrina, con quest'ultimo che si è poi ritirato a gennaio 2020 per dedicarsi a tempo pieno alla sua azienda agricola. Io e Lorenzo non proveniamo direttamente dal settore corilicolo; io ero responsabile dell’ufficio vendite in un’azienda alimentare, mentre il mio socio costruiva diverse automazioni, tra cui macchinari per la lavorazione delle nocciole. Intravedendo lo sviluppo che, ormai da qualche tempo, sta registrando il settore, abbiamo fondato questa realtà, che oggi annovera quattro dipendenti e che è specializzata nella lavorazione di nocciole piemontesi, sia certificate Piemonte Igp, sia di varietà Tonda Gentile Trilobata ma non Igp. Produciamo tutte le tipologie di semilavorato: sgusciato, tostato, granella, farina, pasta e anche creme spalmabili.
Come è andato il 2020?
E’ stato un anno molto particolare, come per tanti altri nel nostro settore. Alla fine possiamo comunque ritenerci soddisfatti, perché siamo riusciti a chiudere l’anno con un bilancio positivo rispetto al 2019, sebbene con una crescita minore rispetto a quella che avevamo preventivato. Inoltre, in aggiunta ai problemi creati dalla pandemia, abbiamo dovuto fronteggiare quello dei prezzi, che sono praticamente calati della metà rispetto al 2019, a causa sia di maggiori quantitativi disponibili, sia di una minore richiesta da parte del mercato. In fin dei conti, possiamo quindi ritenerci soddisfatti.
Quali sono i quantitativi di prodotto che lavorate annualmente e gli obiettivi che vi ponete per il 2021?
Oggi siamo circa sui 2.000 quintali di prodotto lavorato all’anno e, naturalmente, eseguiamo anche lavorazioni in conto terzi. Per quanto riguarda i nostri obiettivi, c’è quello di riprendere il normale trend di crescita, ampliando anche la nostra presenza all’estero.
Quali sono i vostri mercati di riferimento e quali i paesi esteri che ritenete più interessanti?
La maggior parte dei nostri semilavorati sono destinati attualmente al mercato interno e soprattutto al nord Italia, tra Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna. L’estero occupa ancora una piccola percentuale, ma puntiamo a crescere soprattutto in Francia, Germania e Benelux.
Nelle vostre referenze avete anche una crema spalmabile. Da più parti si dice che questo sia un business potenzialmente interessante. E’ così?
In effetti anche noi abbiamo presentato una crema spalmabile di alta qualità, che utilizziamo soprattutto come “biglietto da visita” per farci conoscere come azienda e come marchio. Può essere senz’altro un buon business quello delle creme spalmabili, ma non è la nostra principale attività, in quanto preferiamo soprattutto vendere semilavorati a chi le produce.
Qual è la sua richiesta al mondo della produzione affinché possa svilupparsi ulteriormente tutto il comparto corilicolo e il suo indotto?
La mia richiesta si potrebbe sintetizzare in una sola parola: qualità. Una materia prima curata, non umida e con poco scarto, riduce i tempi di lavorazione e accresce notevolmente il valore del prodotto finito. Ma non sempre, purtroppo, è così, costringendo l’industria a lavorazioni supplementari.