Per quanto riguarda le nocciole, non c’è il rischio di una monocultura nella Tuscia. A prendere una posizione netta a questo riguardo è il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici, dopo che nei giorni scorsi la regista Alice Rohrwacher, sul quotidiano “Repubblica”, aveva paventato un rischio in questo senso.
“Non ritengo sia reale – ha dichiarato Pacifici – un rischio monocoltura nella Tuscia e come Coldiretti siamo consapevoli che andrebbe scongiurato. La coltura della nocciola non è una cosa semplice e dopo l’euforia iniziale il mercato regolarizzerà la situazione. Parliamo di impianti che vanno in produzione dopo otto anni e che richiedono importanti investimenti iniziali. Quindi è difficile pensare che tutti i produttori agricoli del territorio faranno questa scelta imprenditoriale. Poi bisogna lavorarci duramente per ottenere risultati, chi pensa che basta piantare i noccioleti e attendere sbaglia di grosso. La parola d’ordine è sostenibilità – prosegue il presidente di Coldiretti – perché la sostenibilità è la quarta dimensione della qualità ed è fondamentale. Stiamo lavorando all’istituzione di un tavolo con professionisti del settore perché la nocciola è oro, ma noi non siamo
orefici. Nostro obiettivo è indirizzare le aziende viterbesi che decideranno di diventare produttrici di nocciole sulla strada di un’agricoltura di precisione. E questa prospettiva è strettamente collegata anche alla delicata questione dell’inquinamento. La nocciola deve rappresentare un’opportunità economica e non una piaga per il territorio”.