Nell’ambito di una nota condivisa tra Coldiretti Viterbo e Coldiretti Lazio sui percorsi da intraprendere per il futuro, il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici, è intervenuto tra l’altro sulla questione nocciole nella Tuscia. “Vorrei dire due parole – dice Pacifici – per questa fantomatica e ridicola guerra alle nocciole, di carattere a mio avviso squisitamente politico: in primis, dai dati ufficiali, non esiste alcun pericolo monocoltura, poiché i nuovi impianti di nocciolo quest’anno si sono fermati (0,2% di aumento) e non aumenteranno ulteriormente, poiché i terreni vocati sono praticamente stati utilizzati tutti e ricordiamoci anche che la coltivazione del nocciolo ricopre solo il 14 % delle aree coltivate nella Tuscia. C’è da considerare, poi, che il nocciolo è una coltivazione rustica, che è paradossalmente la pianta meno trattata in assoluto e che gli agricoltori utilizzano ormai tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale, con botti elettrostatiche che azzerano la dispersione dei prodotti fitosanitari nell’aria, concimazioni fogliari e uso di trinciatrici al posto dei diserbanti.
I dati qualitativi del Lago di Vico – prosegue Pacifici – parlano chiaro: non esiste più inquinamento da coltivazione della nocciola e la balneabilità è totale e perfetta. Occupiamoci pertanto della plastica, dello smaltimento dei rifiuti e dello smog e non delle povere piante di nocciolo che ci garantiscono un’altissima qualità del prodotto, contro le importazioni dalla Turchia di prodotti pieni di aflatossine e con nocciole raccolte sfruttando il lavoro minorile. I coltivatori di nocciola della Tuscia andrebbero premiati per come stanno riconvertendo il loro modo di coltivare eco-sostenibile e per tutto il lavoro che danno ai nostri giovani, e non utilizzati per fini politici, perché tutti sappiamo a cosa è dovuto l’inquinamento del Lago di Bolsena e quali sono i veri problemi del territorio della Tuscia”.