04 maggio 2021

Nocciole: nelle Langhe previsto un forte calo di produzione

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Sarà un 2021 con (molto?) meno prodotto del 2020 quello che si profila sul fronte Nocciola di Piemonte Igp. Principali imputate sono le gelate tardive di qualche settimana fa, che hanno messo a dura prova le piante di nocciolo. A confermare questa tendenza è, tra gli altri, Valentina Acquotti, fondatrice e titolare dell’azienda “Nocciola Golosa” di Alba (Cuneo), che produce e lavora Nocciola Piemonte Igp, in 15 ettari di noccioleto.

“I danni subiti dalle nocciole – spiega Valentina Acquotti – saranno più evidenti verso il mese di giugno, quando il frutto inizia ad ingrossarsi, ma possiamo già dire che a livello produttivo ci sarà un netto calo, che abbiamo stimato anche attorno al 50-60% in meno rispetto allo scorso anno. Le gelate tardive hanno infatti provocato diversi danni nella nostra zona e non solo alle nocciole, tanto che diversi produttori proprietari di frutteti stanno compilando i moduli da spedire in Regione per cercare di ottenere qualche rimborso. Io stessa, per la situazione che si è venuta a creare, ero entrata in un bando del Piano di sviluppo rurale per cambiare dei macchinari di raccolta, ma quest’anno non mi conviene, appunto perché ci sarà poco prodotto”.

Minore disponibilità, tuttavia, non significa automaticamente aumento di prezzo. Spiega infatti la stessa Acquotti: “Il prezzo delle nocciole lo fanno sostanzialmente la Ferrero e la produzione turca, quindi non possiamo fare previsioni in questo senso. Va inoltre rilevato che, negli ultimi anni, tanti agricoltori, anche giovani, hanno piantato sempre più nocciole, a scapito magari della viticoltura, decisamente più impegnativa. Le disponibilità di prodotto, quindi, di anno in anno sono in tendenziale aumento”.

Per chi, come l’azienda di Valentina, produce soprattutto per pasticcerie e ristorazione, molte speranze di ripresa sono legate alle riaperture. “Con il sistema delle regioni colorate che possono cambiare di settimana in settimana non è possibile lavorare con grande programmazione – conclude Valentina Acquotti – L’annata 2020, che per me si chiuderà sostanzialmente nel luglio prossimo, è stata decisamente negativa, tanto che sono stata costretta a vendere circa il 70% della mia produzione in guscio, senza lavorarla, quindi a bassa redditività. Vedo comunque già in questi giorni che c’è fermento per la ripresa del turismo e mi auguro che continui questa tendenza, anche dalle nostre parti”.

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