Frutta a guscio ed essiccata

27 novembre 2024

Nocciole siciliane, si lavora alla certificazione

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Tra il 2023 e il 2024 la superficie coltivata a noccioleto in Sicilia è cresciuta del 5% arrivando a un totale di circa 13.500 ettari. È il dato migliore d’Italia a fronte di segni negativi in Piemonte e Campania e dell’appena +0,1% nel Lazio. 

“La produzione delle nocciole fa parte della storia dell’isola già a partire dal ‘700”, sottolinea Gaetano Aprile, presidente della Op Sicilia in guscio. Nel tempo tuttavia le difficoltà di gestione e la scarsa redditività avevano portato ad un abbandono, soprattutto sull’Etna, rendendola una coltura sottovalutata, con scarsi investimenti, né ricerche o sperimentazioni. Più solida invece la produzione nel Messinese.

Negli ultimi anni invece, complice anche una maggiore attenzione del consumatore verso la frutta secca e i prodotti locali, si sta assistendo a un risveglio del settore. Noccioleti abbandonati sono stati reimpiantati e riportati in attività.  

Forti di questo rinnovato interesse un anno fa una 20ina di produttori, operativi sia sull’Etna che sui Nebrodi, hanno deciso di dare vita alla Op Sicilia in guscio che abbraccia circa 450 ettari di noccioleti.

Obiettivo primario è dare ai produttori quel valore aggiunto necessario per continuare a credere e investire nella nocciola siciliana. "Sull'Etna la possiamo considerare di una coltura eroica - evidenzia Aprile - Da un lato, il particolare microclima, le caratteristiche del suolo e la presenza di acqua, ne favoriscono la crescita. Dall’altro, lo stesso vulcano, con la sua sabbia, crea delle difficoltà nel momento della raccolta". 

Allo stato attuale si tratta di una produzione che ha ancora bisogno di trovare il proprio spazio in un contesto in cui ne esistono altre ben note. Questo si traduce in prezzi poco remunerativi per i produttori. “Aggregarsi è allora diventato fondamentale per presentarsi con maggiore forza alla grande distribuzione o ai clienti esteri a cui possiamo adesso, attraverso l'Op, garantire quantità e costanza”, aggiunge Aprile.

Nocciole dell'Etna e Cioccolato di Modica, il logo

Ancora alle battute iniziali, la neonata Op ha comunque già avviato delle iniziative per dare voce al proprio prodotto. In occasione del G7 Agricoltura recentemente svoltosi ad Ortigia, è stato siglato un accordo con l’Igp Cioccolato di Modica che da quest’anno utilizzerà la nocciola dell’Etna nei propri lavorati. 

“Gli aromi caratteristici della nostra nocciola si esaltano nel trasformato”, sottolinea Aprile. È stato già realizzato un apposito logo che permetterà di riconoscere il prodotto promuovendo così due eccellenze dell’isola con un solo atto.

Verso la certificazione

Nel frattempo, insieme ai Sindaci dell’areale etneo è stato costituito un comitato per l’ottenimento della certificazione Dop per la nocciola dell’Etna.

“La coltura possiede tutti i requisiti, sia sotto il profilo della storicità che in termini di aroma e caratteristiche organolettiche”, sottolinea Aprile. In contemporanea, sui Nebrodi si sta lavorando per l’ottenimento della Igp Sicilia. 

“Un impegno duplice – evidenzia il presidente della Op - per valorizzare sia il prodotto che un territorio vocato, dove al nocciola si esprime bene. Mantenere viva la coltura, rendendola interessante per i produttori, riveste un’importanza primaria anche per la sostenibilità ambientale, per la salvaguardia e la tenuta del suolo. Si tratta di terreni in asciutto, spesso coltivati in biologico”, conclude Aprile.

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