Frutta a guscio ed essiccata

14 aprile 2025

Nocciolo, ricerca e più tutela per rilanciare il comparto

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Lo stravolgimento del clima, tra sfasamenti stagionali, temperature in aumento, lunghi periodi di siccità e picchi di pioggia intensa, acuisce i problemi fitosanitari dei noccioleti piemontesi e incide notevolmente sulla produttività, ma sono in via di ricerca e sperimentazione pratiche innovative, utili a preservare una produzione di eccellenza come quella corilicola. 

È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo a margine del convegno Nocciolo in Piemonte, l’importanza della ricerca per rispondere alle domande del settore, organizzato  di recente a Cherasco. Quasi 200 corilicoltori hanno seguito l’approfondimento sul nocciolo, coltura che ha conosciuto un aumento esponenziale delle superfici dedicate, evidenzia Coldiretti Cuneo, passando nell’ultimo decennio da 8mila a 13mila ettari (+63%), su un totale di oltre 27mila ettari in Piemonte

Urgente trovare strategie per tutelare la produttività

Pur a fronte di un incremento degli ettari, non sono cresciuti negli ultimi anni i quantitativi prodotti; il cambiamento climatico sta generando un forte stress per le piante, favorendo lo sviluppo di patologie nei noccioleti, dalle colline tradizionalmente vocate delle Langhe agli impianti di pianura. 

“Serve un vero e proprio piano Marshall per la nostra corilicoltura. Ribadiamo l’urgenza di una presa di posizione forte da parte della Regione sullo stato di crisi del settore e la necessità di promuovere la ricerca per rilanciare il comparto - dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada - Di fronte alla sfida climatica, è indispensabile individuare strategie per tutelare la produttività, e conseguentemente il reddito, delle aziende agricole, difendendo un patrimonio come quello corilicolo, essenziale per l’economia agricola cuneese e la biodiversità delle nostre terre”. 

La collaborazione con il mondo della ricerca scientifica

Da tempo la Coldiretti ha imboccato la strada della collaborazione con la ricerca scientifica per individuare soluzioni ad emergenze fitosanitarie che i cambiamenti climatici hanno reso ordinarie. "Il caso più recente riguarda la cimice asiatica, con il progetto virtuoso di lotta biologica che portiamo avanti da anni con il Disafa dell’Università di Torino, e che ci ha permesso di far crollare al 4% i danni alle colture là dove, fra il 2018 e il 2019, avevano raggiunto picchi del 90%. Proseguiamo su questa strada con il supporto essenziale dei tecnici Coldiretti, che quotidianamente affiancano i nostri corilicoltori", dichiara Marco Bongiovanni, membro di giunta di Coldiretti Cuneo con delega alla corilicoltura. 

La sinergia con il mondo della ricerca è alla base dell’approfondimento che Coldiretti ha organizzato con i preziosi contributi di esperti del settore. Dai nuovi metodi di nutrizione fogliare con biostimolanti per rendere più produttivo il noccioleto, illustrati dal prof. Valerio Cristofori del Dafne (dipartimento di Scienze agrarie e forestali) dell’Università della Tuscia, alle prospettive di adattamento del nocciolo ai cambiamenti climatici, presentate dal responsabile corilicolo di Fondazione Agrion Simone Bardella, che ha indicato l’inerbimento del corileto tra le strategie utili per proteggere la coltura ma anche il suolo dalle temperature molto elevate. 

Di grande interesse il focus sulle tecnologie di evoluzione assistita (Tea) e sulle possibilità di applicazione sul nocciolo, illustrate dalla dott.ssa Vera Pavese del Disafa (dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari) dell’Università di Torino, per aumentare la resistenza della Tonda gentile allo stress idrico, allo stress da calore o a certe patologie. 

Spazio poi alle ricerche di Disafa e Agroinnova dell’Università di Torino su alcune patologie sempre più frequenti, la cascola pre-raccolta e il cosiddetto mal dello stacco: il prof. Roberto Botta ha presentato un’indagine triennale sulle cause della cascola e le pratiche agronomiche utili a ridurne l’incidenza, il prof. Vladimiro Guarnaccia ha parlato della corretta gestione del noccioleto e degli scarti di potatura in presenza di condizioni climatiche favorevoli all’insediamento dei funghi responsabili del mal dello stacco. 

A proposito di potatura, “torniamo a chiedere di attivare con urgenza – ha detto sul palco il direttore di Coldiretti Cuneo, Francesco Goffredo – il meccanismo del semaforo per gli abbruciamenti dei residui vegetali, come da impegni assunti dalla Regione a seguito del nostro sit-in a Torino nel novembre scorso, al fine di scongiurare la diffusione di fitopatie, oltre che gli incendi”. 

In rappresentanza della Regione Piemonte, il responsabile del settore Produzioni agrarie e zootecniche, Gianfranco Latino, ha riconosciuto il ruolo cruciale della corilicoltura nel panorama produttivo agricolo piemontese e il periodo di crisi che sta vivendo, assicurando l’impegno dell’amministrazione a mettere in campo risorse e strumenti a sostegno del settore.


Fonte Coldiretti Cuneo

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