Sono sostanzialmente buone, almeno per il momento, le previsioni della campagna 2022 delle noci in Romagna, una delle regioni italiane in cui questa coltura è più sviluppata. A fare il punto è Andrea Sangiorgi, titolare dell’omonima azienda che conduce a Faenza (Ravenna): 15 ettari di noceto allevato a Chandler, cui stanno per aggiungersi 8 ettari a Lara.
“I frutti sulla pianta ci sono – conferma Sangiorgi – e ci aspettiamo una buona campagna, anche perché dopo il freddo dell’inverno abbiamo avuto una buona primavera nel periodo dell’impollinazione”.
Sangiorgi, poi, sottolinea l’importanza della potatura per il noceto. “In termini di quantitativi – continua – molto dipenderà anche dalla gestione agronomica del frutteto della singola azienda. C’è infatti chi proprio non pota e chi, come me, ha iniziato a potare le piante dal quarto anno in poi, prima a mano e poi a macchina. Bisogna infatti tenere presente che i rami del noce vanno rinnovati, altrimenti si invecchiano troppo e non producono grandi pezzature, che si ottengono invece solitamente con una potatura regolare. Quest’anno, sempre a proposito di potatura, abbiamo fatto un piccolo esperimento, rifinendo a mano dopo avere potato a macchina”.
Come tanti altri suoi colleghi, anche Sangiorgi è preoccupato per l’aumento dei costi di produzione. “L’anno scorso il nostro prodotto è stato letteralmente bruciato, nel senso che abbiamo fortunatamente esaurito molto presto le nostre scorte. Negli ultimi mesi, abbiamo registrato anche noi, come tutti gli altri, forti aumenti che ci troveremo a dover gestire. Il gasolio infatti è più che raddoppiato, gli imballaggi sono cresciuti, per non parlare dei concimi e perfino dei sacchi di carta”.