Se non fosse per i costi proibitivi del gas e dell’energia, la campagna 2022 delle noci sarebbe piuttosto positiva. Un’ulteriore conferma in questo senso arriva da Michele Zama, che da anni, nell’azienda di famiglia Zama Pasquale e figli di Pieve Cesato (Faenza, Ravenna), ha avviato un noceto su 15 ettari di terreno.
“Per fortuna durante i mesi siccitosi di questa estate, siamo riusciti a irrigare – rileva Zama – Anche se è stato davvero sfiorato il punto di non ritorno sotto questo punto di vista. Le piante, però, sono rimaste vigorose e andremo molto probabilmente a cominciare la raccolta in anticipo rispetto al solito, almeno di 4-5 giorni. I malli, infatti, stanno iniziando a rompersi già in questi giorni. Ovviamente, dipende anche dalle caratteristiche della singola pianta: con le innestate, solitamente, si anticipa sempre un po’ rispetto alle micropropagate”.
La qualità del frutto, ovviamente, si vedrà a raccolto avvenuto, ma particolari problemi non ce ne sono stati, quindi si attende su livelli elevati. Unico neo, “un po’ di necrosi apicale – dice Zama – che ha generato della cascola. Ancora non sappiamo il motivo, perché non è stata affatto uniforme, bensì a macchia di leopardo”.
La nota dolente, invece, come confermato anche da altri operatori, riguarda i costi da sostenere per l’essiccazione. “Come azienda utilizziamo da sempre il gpl anziché il metano, poiché non siamo in rete. Abbiamo quindi costi leggermente inferiori, perché il gpl segue la borsa del petrolio, ma siamo comunque molto preoccupati. Del resto – conclude Michele Zama – non possiamo nulla, ad esempio, contro i rincari dell’energia elettrica. D'altra parte, non me la sento di fare ricadere tutti gli aumenti sul consumatore: ricordiamoci che le noci non sono il pane e che il potere d’acquisto del consumatore sta diminuendo”.