Dopo un’annata che ha dato una produzione straordinaria, come è stata quella del 2020, i nocicoltori della cooperativa trevigiana “Il Noceto”, con sede a Chiarano, si attendono una produzione sostanzialmente normale e, soprattutto, auspicano che non ci siano speculazioni sui prezzi. A dirlo è lo stesso Michele Sciannimanica, direttore di questa cooperativa nata nel 1993 e composta da 14 soci, che da sola rappresenta circa il 10% di tutta la produzione italiana di noci, con i suoi 460 ettari piantati e i 270 in produzione.
Nel 2021 ci sarà una produzione normale
“Per quanto ci riguarda – spiega Sciannimanica – ci attendiamo al momento una produzione nella norma, comunque minore rispetto a quella molto abbondante dello scorso anno. Del resto, dopo un anno sovrabbondante, capita sempre di avere un anno con minore produzione. In alcune zone ci sono stati anche danni dovuti alle gelate tardive della scorsa primavera, ma non dovrebbero essere stati consistenti. Si saprà tuttavia qualcosa di più preciso nel momento stesso della raccolta. Così pure, per quanto riguarda la qualità, si potrà dire qualcosa in merito verso la fine di agosto. Ovviamente – prosegue Sciannimanica – la situazione non riguarda tutti i produttori di Lara (la cooperativa “Il Noceto” produce solo noci Lara, ndr), perché ci sono altri che non hanno avuto la produzione sovrabbondante che noi abbiamo registrato lo scorso anno, ma per quanto ci riguarda la situazione è questa”.
“No alle speculazioni”
Il direttore de “Il Noceto”, poi, introduce l’importante questione dei prezzi con un auspicio al fair play in vista della prossima campagna. “Dal gennaio scorso – ha proseguito Sciannimanica – abbiamo assistito a una fortissima speculazione sul prezzo delle noci, basata su un evento che non si è mai verificato. Gli Stati Uniti, infatti, hanno prodotto il 30% in più di noci, ma le importazioni verso l’Italia sono calate di circa il 7-8%, a fronte comunque di un aumento dei consumi di circa il 5%. La sovrabbondanza di produzione americana, infatti, si è dirottata su altri paesi, come India e Turchia. Tuttavia, gli acquisti nella Gdo italiana si sono pressochè bloccati a dicembre, in attesa di questo ingresso di noci americane che si è addirittura ridotto. E’ vero che il Cile ha aumentato leggermente le esportazioni verso l’Italia, ma con quantitativi decisamente minori rispetto a quelli che potrebbero potenzialmente fare gli Stati Uniti. Mi auguro quindi, per il futuro, che ci sia sempre più, anche da parte del consumatore italiano, una preferenza verso il prodotto nazionale, che indubbiamente rispetta standard qualitativi molto più elevati rispetto a qualsiasi altra noce estera”.
Le potenzialità dell'agricoltura italiana
Ma a questo punto la domanda è: essendo l’Italia deficitaria a livello di produzione di noci, ci sarebbero i numeri per garantire ai consumatori una produzione nazionale? La risposta, in sostanza, è che ci stiamo organizzando. Rileva infatti Sciannimanica: “Un tempo la produzione nazionale era eccedentaria, poi pian piano ci si siamo rivolti all’importazione. Tuttavia, nel giro di quattro-cinque anni, l’agricoltura italiana avrà le potenzialità per arrivare a soddisfare almeno il 50% della domanda interna”.