Continua l’ascesa delle noci a livello mondiale, sia in termini di produzione sia di domanda. Secondo le stime di RaboResearch Food & Agribusiness di Rabobank, nell’annata commerciale 2020/21 la produzione globale di noci si attesterà sui 2,3 milioni di tonnellate, con un incremento del 7% rispetto all’annata precedente e del 5% rispetto al precedente record, detenuto finora dalla stagione 2016/17.
A farla da padrone, sempre in termini produttivi, sono Cina, Stati Uniti e Cile, che detengono rispettivamente il 45, il 31 e il 7% delle quote mondiali.
Altre realtà importanti sono Unione europea, Ucraina, Turchia, India e Australia. Tutti i “big-three” tra i principali paesi produttori promettono tra l’altro ottime performance: da Stati Uniti e Cile la produzione aumenterà di circa il 20% rispetto allo scorso anno, mentre la Cina recupererà quantitativi dopo il crollo del 15% dell’annata commerciale 2018/19.
Tale situazione sta generando anche una forte competizione a livello di export, con gli Stati Uniti che prevedono di aumentare i propri quantitativi di noci esportate del 18% e il Cile del 25%. Questi due paesi, del resto, negli ultimi anni sono sempre stati ai primi due posti nell’export di noci, ma la Cina sta acquisendo diversi nuovi mercati ed è in piena corsa per accaparrarsi la seconda posizione in questa speciale classifica.
Il medesimo rapporto si chiede anche se questa forte crescita produttiva è recepita da un’altrettanto forte crescita della domanda. Storicamente, le noci sono state la varietà più consumata tra la frutta in guscio, ma nell’ultima decade i consumi di mandorle e pistacchi hanno superato quelli di noci. Quindi, secondo il rapporto citato, la crescita dei consumi di frutta in guscio è un fattore positivo per la categoria in sé; ciò che rimane invece un’incognita è l’effettivo assorbimento da parte del mercato della crescente produzione di noci.