All’inizio dello scorso anno, era stato annunciato pubblicamente un grande investimento nella produzione di noci a Santa Bianca di Bondeno, nel Ferrarese, da parte della società di scopo Agro Noce srl, controllata al 100% da Idea Agro (che fa capo a DeA Capital Alternative Funds), su progetto gestito da Areté, società di studi economici specializzata nell’agribusiness.
A oltre un anno e mezzo di distanza da quell’annuncio, come sta procedendo l’investimento da 10 milioni di euro e quali sono le aspettative degli investitori? Myfruit.it lo ha chiesto direttamente a Mauro Bruni, presidente e amministratore delegato di Agro Noce.
“Il programma che avevamo comunicato – spiega Bruni – è tutto confermato. L’investimento di 170 ettari allevati a noce è stato completato. Ci attendiamo i primi frutti nel 2023, per poi andare a regime negli anni successivi”.
C’è la volontà di estendere ulteriormente questo già importante investimento? “Non ci precludiamo nulla a priori – risponde Bruni – ma al momento non abbiamo in mente un progetto in tal senso. Vedremo eventualmente se ci saranno condizioni favorevoli. Quello che posso dire, senz’altro, è che stiamo producendo un progetto di fattibilità per un impianto di essiccazione. Poi, a livello di lavorazione del prodotto, ci fermeremo a questa fase, perché intendiamo lavorare con la filiera di Agrintesa all’interno del progetto “Noci di Romagna”.
Su questo investimento, del resto, le idee sono molto chiare. “Dei 170 ettari di noceto che abbiamo piantato – prosegue Bruni – il 70% è di varietà Chandler e il rimanente 30% di Lara. La prima è preponderante perché è la più interessante e ricercata dal mercato, ma la seconda ci consentirà comunque di allargare il calendario di raccolta”.
L’iniziativa, peraltro, rappresenta anche un esempio di moderna agricoltura. “Quello che vogliamo realizzare – prosegue infatti Bruni – è la produzione di noci di qualità premium, grazie all’impiego di tecnologie avanzate e a una digitalizzazione di tutte le attività che si svolgono in campo. In altri termini, vogliamo produrre una noce italiana di altissima qualità, dove la sostenibilità sia dimostrabile attraverso il risparmio idrico, il risparmio energetico e il contenimento al minimo nell’uso di agrofarmaci. Inoltre, potremo valorizzare il nostro prodotto anche con una minore essiccazione rispetto alle noci americane, le quali per affrontare l’esportazione devono ovviamente essere maggiormente essiccate, perdendo più proprietà organolettiche”.
Alla luce di quello che sta avvenendo sui mercati internazionali, consiglierebbe ancora investimenti sulla noce? “Il nostro investimento – conclude Bruni – era stato progettato già qualche anno fa. Negli ultimi tempi, le superfici allevate a noce sono decisamente aumentate. Di conseguenza, l’offerta sta crescendo anno dopo anno. Vedo in questo business ancora un’opportunità per chi vi volesse investire, ma con maggiore prudenza rispetto al passato”.