Perfino le noci, di cui il Trevigiano è una delle più grandi aree produttrici nazionali, sono vittime dell’“italian sounding”, cioè di escamotage truffaldini nella denominazione che produttori concorrenti esteri utilizzano per indurre nell'acquirente la percezione di trovarsi di fronte a un prodotto italiano. A denunciarlo, in questi giorni, sono stati il vicepresidente di Confagricoltura, Fabio Curto, e la cooperativa Il Noceto di Chiarano (Treviso), la quale assieme alla coop rodigina di Nogalba produce quasi la metà delle noci nazionali, cioè circa 4.000 tonnellate.
“C’è un buco normativo – spiegano gli imprenditori agricoli veneti – che favorisce l’importazione indiscriminata di prodotti di scarsa qualità e anche il fenomeno dell’italian sounding, con noci spacciate come made in Italy. La legge 175/2001, che regolava la qualità, è stata abrogata nel 2008 e oggi si fa riferimento alla norma generica sugli alimenti. Non esistono più, quindi, limiti sulla percentuale di noci difettate che si possono trovare nelle confezioni, mentre prima lo standard era del 10% per la prima qualità”. L'allarme è stato trasmesso dalle organizzazioni agricole ad Alessandra Pesce, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, durante un incontro nel Trevigiano.
Nell’areale ricompreso tra le province di Treviso, Venezia e Rovigo, la coltura delle noci è una vera e propria tradizione. In particolare, è molto sviluppata la produzione della varietà Lara, che si presenta di grosse dimensioni, dalla forma tondeggiante con base piana e dal guscio molto solido. Il gheriglio è di colore marrone chiaro, facile da estrarre e rappresenta la metà del peso della noce. Lara si differenzia dalle altre noci per il sapore più dolce e delicato e un contenuto di grassi inferiore ad altre varietà.