E’ in via di conclusione la campagna 2022 delle noci per l’azienda agricola Valier di Borsea (Rovigo), che oggi conta 45 ettari di noceto tra Lara (sono stati i primi in Italia a introdurre questa varietà), Chandler e Tulare. Myfruit.it ha interpellato Daniele Valier, socio titolare dell’azienda assieme agli altri suoi due fratelli, Bernardo e Giacomo.
Valier, quale bilancio si può trarre dall’annata 2022 a livello produttivo?
Premesso che abbiamo iniziato con la raccolta a metà settembre e finiremo la prossima settimana, possiamo dire che siamo soddisfatti, più dello scorso anno. La produzione è infatti aumentata del 25% e anche i calibri sono più grandi rispetto al 2021, sebbene si siano mantenuti ancora inferiori alla norma. Complessivamente, arriveremo a raccogliere tra le 150 e le 160 tonnellate. Pure la qualità è molto buona. E questo aspetto è ancor più importante, considerando che quest’anno è assai variabile da zona a zona. Ho infatti sentito colleghi che denunciano problemi di annerimento della pellicina interna, fattore che conferisce una sgradevole amarezza al frutto. Le nostre noci non hanno questo problema, peraltro molto difficile da rilevare in fase di selezione, quindi siamo particolarmente soddisfatti.
Ha accennato ai calibri, superiori al 2021 ma ancora al di sotto della norma. Da cosa dipende?
Sfatiamo innanzitutto un falso mito in proposito: la siccità c’entra poco o nulla. Nella determinazione del calibro della noce entrano infatti in gioco molteplici aspetti. Molto, ad esempio, dipende dall’andamento della primavera. Se questa stagione si presenta sostanzialmente fredda e quindi con una fioritura lunga, avrò molto facilmente calibri piccoli. Inoltre, incide molto anche il sistema di potatura. Il caldo, infine, può essere un altro fattore, ma non determinante.
Che differenza c’è tra le varietà che coltivate?
Per il consumatore, tra Lara e Chandler cambia poco, tanto che si possono interscambiare in molte ricette. La Tulare è invece un po’ più amarognola, per la sua grande ricchezza di polifenoli. Dal punto di vista agronomico e del post raccolta, le differenze tra Lara e Chandler invece si acuiscono: Lara è infatti normalmente più difficile da coltivare e ha rese inferiori (su 100 noci cadute, sono commercializzabili dalle 50 alle 80 unità). Il suo guscio, inoltre, tende ad “esplodere” in fase di sgusciatura, quindi richiede un’attenzione maggiore. La Chandler è una varietà più soggetta a batteriosi, ma ha di norma una resa maggiore (su 100 noci, se ne riescono a vendere dalle 85 alle 90) e una sgusciatura molto più semplice.
Come sta andando col caro energia?
Ci stiamo difendendo, anche se pure le nostre bollette sono triplicate o quadruplicate. Abbiamo infatti pannelli fotovoltaici da 100kW e utilizziamo i gusci delle noci per alimentare la caldaia per la loro essiccazione. Non impieghiamo gas metano, insomma. In estate abbiamo inoltre irrigato di giorno, per sfruttare appunto l’energia dei nostri pannelli.
Soddisfatti dei prezzi?
Riusciamo a commercializzare l’80% della nostra produzione attraverso l’e-commerce e il nostro punto di vendita aziendale, e a noi va bene così. La restante parte, va invece negli ortomercati. Da questo punto di vista, ancora non c’è un prezzo definito per le noci. I grandi compratori mantengono ancora posizioni attendiste e prudenti. Per sbloccare la situazione, potrebbe essere determinante un accordo su un tetto al prezzo del gas. Storicamente, poi, va anche osservato che i produttori italiani fino a Natale riescono di solito a vendere a prezzi discreti, poi nella seconda parte della stagione le cose si fanno molto più difficili, con l’ingresso in maniera massiccia della concorrenza estera.
Quindi lei consiglia un modello di sviluppo b2c per un’azienda con le sue caratteristiche?
Difficile dirlo. Posso però affermare che non ci si improvvisa nell’e-commerce. Ci vogliono, insomma, le giuste professionalità. E’ sempre bene avere un punto vendita aziendale, questo è assodato, ma l’e-commerce è un’altra cosa e bisogna affrontarlo con un’adeguata organizzazione.
Cosa c’è nel futuro di Valier?
Rimarremo sempre in massima parte specialisti nelle noci. Da un punto di vista agronomico, stiamo implementando la produzione di Chandler. Grazie a un’attenta gestione anche del frutteto più antico di Lara, che ha 30 anni (abbiamo tagliato i tronchi fino a 1,5 metri di altezza), oggi abbiamo performance ottimali da queste piante, come se fossero molto più giovani. Inoltre, stiamo incrementando sempre l’offerta dei nostri prodotti trasformati, dalle creme spalmabili a nuove ricette. Al contempo, ci stiamo anche diversificando per non correre i rischi di una monocoltura, introducendo impianti di albicocco e un impianto super intensivo di ciliegie.