Già ora l’avocado è una delle star dei consumi ortofrutticoli, considerata un vero e proprio superfood. E, come è normale che sia, intorno a questo frutto orbita l’attenzione di un po’ tutti gli operatori di frutta esotica e tropicale, visto il grande incremento della vendite anche nel nostro paese.
Ma il meglio sembra ancora dover arrivare in Italia. Questa l'opinione di Luca Battaglio che, in coda alla presentazione della nuova brand identity del gruppo (vedi qui), si è soffermato anche sulle tendenze nei consumi di frutta tropicale ed esotica.
I consumi pro-capite di avocado sono in crescita in Italia e considerando il gap con altri paesi è facile prevedere un grande aumento anche in Italia. C’è ancora molto spazio; rispetto ai paesi dove si consuma tanto avocado, penso a Regno Unito e Francia ad esempio, siamo in un rapporto di 1 a 10”.
Sebbene però nel nostro paese, anche in campo ortofrutticolo, le novità facciano fatica a farsi strada vista la grande tradizione presente in Italia, secondo il manager piemontese per l’avocado sembra essersi aperta una sorta di autostrada, anche per merito dei cambiamenti in atto nei consumi alimentari e la grande pubblicità che ad esempio gli chef fanno a questo frutto utilizzandolo in molte preparazioni. “Noi puntiamo sulla varietà Hass, eccellente e che se venduta e spiegata bene può far aumentare i consumi di questo prodotto”.
Insomma, sembrano essere cambiati i tempi da quando l’esotico era visto solo come un “male necessario”: “Anche per quanto riguarda il mango ci sono tante varietà: in Italia ce ne sono di buone ma non ce ne sono ancora altre ancora più buone – ha continuato Luca Battaglio -. Per molti consumatori c’è il mango e basta invece esistono molte sottovarietà che vanno spiegate e comunicate. Anche sul nostro nuovo sito ogni frutto è spiegato bene e in più distribuiamo materiale informativo nei punti vendita”.
A proposito di tendenze, per quanto riguarda il biologico, l’approccio di Battaglio è molto pragmatico:
Ci interessa, lo seguiamo, ma solo per quanto riguarda le banane, per il resto preferiamo fare bene soprattutto con quello che già abbiamo di convenzionale”.
Idem per quanto riguarda altri frutti come mango e papaya, dove anche in questo caso il bio c’è, ma è una nicchia per ora non seguito dall’azienda.
E a proposito di nicchie, sebbene avocado e mango, ad esempio, trovino sempre più spazio anche nel Sud Italia come coltivazione, ad esempio in Sicilia, per ora gli obiettivi dell’azienda sono altri: trovare fornitori in grado di assicurare quantitativi necessari alle esigenze dell'azienda, quindi focus, per quanto riguarda l'avocado ad esempio, su Messico, Perù, Cile, Sudafrica, Israele e Spagna.
Infine, una chiosa sull'eterna dicotomia tra Km 0 e frutta di importazione, che Battaglio reputa annosa e inutile: “Bisognerebbe fare squadra tra frutta di importazione e quella a Km 0: se si fa sistema tra le due è meglio. Il commercio deve essere bidirezionale se vogliamo poi anche esportare. È giusto importare frutta di qualità quando non c’è quella italiana a parità di periodo”.