20 luglio 2018

Nonostante il clima protezionistico, l’export agroalimentare italiano continua a crescere

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Segno più nei primi cinque mesi per l'export agroalimentare italiano. Da una parte non è una novità, considerando che orami da anni le esportazioni di food&beverage italiane fanno segnare dati molto confortanti sia durante che a fine anno, dall'altra non è una segnale da sottovalutare e dare così per scontato considerando il clima non certo agevole agli scambi internazionali in tempo di protezionismo spinto, dazi, Brexit e accordi di libero scambio che rischiano di saltare.

Un dato ancor più confortante se confrontato con quelli di storici competitor come la Spagna, ad esempio, che addirittura perde quasi un punto percentuale rispetto all'Italia che invece cresce del 3,5%, la seconda migliore performance alle spalle della sola Francia che fa segnare un +4%.

 “Non dobbiamo però farci ingannare, dato che al momento ci troviamo ancora in una fase di “minacce” e non di “ostacoli” nel senso che tutte le problematiche appena descritte prefigurano uno scenario futuro benché potenzialmente imminente” sostiene Denis Pantini, Responsabile Area Agroalimentare di Nomisma, che ha fatto il punto nel suo consueto report.

Il nostro export, infatti, cresce verso paesi sotto la lente di ingrandimento in questo momento, proprio a causa del rischio che saltino accordi di libero scambio. Il Canada, ad esempio, nonostante abbia diminuito l'import agroalimentare del 6,8%, vede crescere quello di prodotti italiani per il 4%, stesso discorso per gli USA dove a fronte di una complessiva diminuzione di 4 punti percentuali dell'import, cresce quello dall'Italia del 4,5%. Stesso discorso se torniamo sul Vecchio Continente e osserviamo il comportamento di paesi come il Regno Unito e la Germania. Idem il Giappone, dove è appena stato chiuso l’Accordo di Partenariato Economico (Jefta).

ImportAgroalimentarePrincipaliPaesi_2018

Import di prodotti agroalimentari nei top mercati mondiali (variazione su valori in euro, periodo gennaio-maggio 2018 vs gennaio-maggio 2017). Fonte: Nomisma Agrifood Monitor su dati dogane

 “Un’Italia in netta controtendenza che “fa meglio del mercato”, per usare un termine tanto caro ai trader di Borsa – continua Pantini – e che invita a valutare con attenzione i possibili impatti per il settore agroalimentare italiano che potrebbero derivare da una riduzione della spinta propulsiva che il commercio internazionale ha impresso alla crescita delle nostre imprese”.

I dati positivi dell'export agroalimentare di questi primi cinque mesi, sottolinea Nomisma, sono merito anche dei buoni risultati registrati in mercati come quelli dell'Europa dell'Est (Romania +13%, Polonia +8%) o in Messico (+23%) e Corea del Sud (+20%).  

  

 

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