01 ottobre 2020

Nuovi mercati: le opportunità di export (e import) per il settore

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Le ricadute della firma dell’addendum al protocollo per l’export dei kiwi in Cina, l'opzione treno per percorrere la via della seta, il mutamento dei mercati a causa dell'emergenza sanitaria mondiale e l'import dei prodotti ortofrutticoli, in particolare arance, per poter estendere la stagione e dunque migliorare la competitività del settore. Sono questi alcuni dei temi affrontati durante il webinar Logistica e nuovi mercati: come cambia l'import-export dell'ortofrutta in Italiaorganizzato da myfruit.TV  ieri, 30 settembre, e moderato dalla direttrice di myfruit.it Raffaella Quadretti.

Dal dibattito sono emersi una serie di spunti di riflessione su cui il settore ortofrutta sarà chiamato a confrontarsi nell'immediato futuro, a cominciare da due: il timore di nuovi lockdown ha ripercussioni concrete sull'export? La rotaia è il giusto compromesso tra trasporto aereo – il cui punto di debolezza è il costo – e trasporto marittimo, i cui tempi lunghi hanno ricadute negative sulla qualità del prodotto?

L'incertezza regna sovrana, si rischia l'export

Marco Rivoira, executive manager gruppo Rivoira

Per Marco Rivoira, executive manager gruppo Rivoira, il rischio è concreto: per usare le sue parole, se il 2020 è stato “una montagna-russa dentro un casinò, affrontata con grande professionalità da parte di tutti gli attori coinvolti”, per la stagione autunno-invernale che si appresta a partire, i dubbi sono tanti: “La preoccupazione – spiega – è che l'export possa subire forte contrazioni generate dal timore di eventuali nuove chiusure”.

Sul tema anche Valentina Mellano, Ceo Nord Ovest: “L'incertezza c'era e resta – conferma – E l'esperienza dei lockdown in ordine sparso di sicuro non ha aiutato. Ma ora i servizi stanno tornando alla normalità, la merce cerca sempre strade per arrivare a destinazione”.

Nave o aereo? Treno

Simona Rubbi, responsabile legislazione e progettazione Cso Italy

E a proposito di strade, quella su rotaia sembra essere un'opzione sempre più concreta per raggiungere i paesi asiatici. A livello di infrastruttura, da un punto di vista tecnico, è fattibile, non ci sono criticità; i costi rispetto al trasporto aereo sono contenuti e i tempi di percorrenza – il cosiddetto transit time – rispetto alle navi container, sono dimezzati. Secondo Simona Rubbi, responsabile legislazione e progettazione Cso Italy, i vantaggi per incentivare i trasporti su rotaia lungo la via della seta ci tutti: “L'unica incognita – puntualizza – è l'embargo russo, ma come Cso Italy stiamo lavorando a livello ministeriale ed europeo per risolvere la questione”.

Per Rivoira, però, molto dipende dal prodotto: perché se è vero che il treno costa meno dell'aereo, con le navi non c'è partita: “Per lavorare nei nuovi mercati – spiega – occorre essere competitivi. Oggi il sistema marittimo ha raggiunto un'efficienza tale che risulta difficile fare altre scelte, soprattutto per prodotti come le mele per le quali, una settimana in più o in meno di viaggio, di fatto, a livello qualitativo non cambia nulla”.

Anche Sara Grasso, export manager Oranfrizer, ne fa una questione di qualità: “Velocizzare i viaggi – spiega – aumenterebbe i numeri delle esportazioni, perché si riducono moltissimo i rischi legati all'alterazione del prodotto”.

Positiva sull'opzione treno anche Mellano, che ricorda: “Durante l'emergenza sanitaria, con i voli a terra e le navi nel caos, le merci si sono mosse moltissimo su ferro: è la giusta via di mezzo tra trasporto aereo e trasporto marittimo, anche se quest'ultimo resta più competitivo. Il treno, però, è più green“.

Bene l'Addendum, ma servono volumi

Valentina Mellano, Ceo Nord Ovest

Poiché il trasporto via mare resta comunque l'opzione più economica, naturalmente tutta la filiera ha accolto con un plauso la firma dell’addendum al protocollo per l’export dei kiwi in Cina, e si prepara, in prospettiva, ad accogliere good news anche per quanto riguarda gli agrumi, le pere e le mele: “E' stato un lungo lavoro di squadra – racconta Rubbi – e oggi siamo lieti di poter contare sulle navi stiva. I tempi di trasporto via mare si dimezzano da quaranta a venti giorni, a giovarne è soprattutto la qualità dei prodotti che arrivano a destinazione”.

“La firma del protocollo – precisa Mellano – è lo step numero uno: si tratta di una nuova opportunità per il settore, ma per riempire una nave stiva occorre fare i conti con i volumi e dunque con la potenza commerciale dell'esportatore”. Per tale motivo, secondo la Ceo di Nord Ovest, non vanno abbandonati i contenitori, più flessibili e competitivi, tanto che il 70-80% della merce si muove con essi: “La nave stiva è oggi un progetto – sottolinea – A mio avviso occorre intraprendere un dialogo con gli armatori, affinché riducano i tempi di transito delle navi container“.
Sul tema anche Rivoira il quale, in generale, auspicherebbe un coinvolgimento maggiore da parte dell'Europa: “L'auspicio è che l'Unione europea contratti direttamente con i nuovi mercati, proponendo contratti a specchio – spiega – Le norme di restrizione fanno perdere numerose opportunità al settore ortofrutticolo italiano”.

Importare dai nuovi mercati, per accrescere la competitività

Sara Grasso, export manager Oranfrizer

A proposito di opportunità, come racconta Sara Grasso, i nuovi mercati rappresentano una valida alternativa anche di import, non solo di export. Complice l'emergenza sanitaria e la conseguente impennata di domanda di prodotti ricchi di vitamina C – agrumi in primis – Oranfrizer ha avuto un'intuizione: perché non estendere la stagione, rispondendo così alle richieste del mercato interno? Gli agrumi importati provengono dall'Australia e dal Sudafrica, l'esperimento può dirsi riuscito: “I prodotti hanno ottime caratteristiche organolettiche e sono apprezzati, i nostri volumi sono incrementati del 30% – conclude – Siamo molto positivi per le stagioni future“.

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