E' andata bene la campagna appena terminata del mango siciliano. Ma che lotta e che impegno per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici: dalle piante ustionate l'anno scorso alle fioriture autunnali. Panorama che spiega a myfruit.it Vincenzo Amata, titolare dell'azienda agricola PapaMango in Sicilia. Un pioniere nella coltivazione del mango. Myfruit.it ne ha scritto nel 2020.
Una evoluzione continua grazie ad oltre 4mila piante messe a dimora e una produzione in costante crescita. Amata punta a fare del mango siciliano un riferimento di qualità sul mercato nazionale e internazionale grazie ad un’attenzione rilevante ai processi produttivi.
Una produzione in crescita, ma con sfide da affrontare
"Ogni anno metto a dimora circa 450 nuove piante, suddivise tra diverse cultivar: Sensation, Maya, Kensington Pride,Glenn, Kent, Kheit e Ataulfo. Entro un paio d’anni arriverò a una produzione consistente, capace di soddisfare le richieste pressanti che ricevo da più parti", spiega Amata.
Amata: "Non si può vendere il mango di bassa qualità"
Nonostante il crescente interesse per il mango siciliano, le difficoltà non mancano. Più climatiche che di mercato. "Le piante richiedono cure continue. L'antracnosi, una malattia fungina, è un problema diffuso a livello globale. Per evitarla, ho capito che bisogna investire nello studio e nella ricerca. Punto alla nutrizione con microelementi e fare prove in campo. Se perdi il controllo, il frutto si rovina: quelle piccole puntine impercettibili diventano macchie più grandi, e non puoi vendere un mango difettoso che sul mercato può costare tra i 7 e i 13 euro il chilo. Ma grazie alla cura costante, non ricevo contestazioni di alcun tipo".
Sfide climatiche e necessità di una aggregazione tra produttori
L'imprenditore siciliano sottolinea gli effetti del clima: "Lo scorso anno ho dovuto destinare tutta la produzione alla trasformazione, a causa degli eventi climatici. In particolare un’estate con picchi fino a 50 gradi. Alcune piante sono rimaste bruciate e i frutti si sono macchiati".
Questa storia dimostra quanto "sia importante mantenere alta la reputazione del mango siciliano, ma per farlo serve un lavoro di squadra. In Spagna, i produttori si sono uniti in consorzi: così possono dettare le regole e mantenere uno standard elevato. Se non facciamo lo stesso in Sicilia, resteremo indietro."
Un mercato in espansione
Grazie alla qualità del prodotto, Papamango ha venduto bene 30 tonnellate di mango nell'ultima stagione. "Le richieste sono numerose, sia in Italia che all'estero. Ho iniziato a esportare nei Paesi elvetici, ma finché non raggiungo quantità sufficienti, voglio concentrarmi sul mercato nazionale".
La raccolta anticipata di alcune cultivar ha permesso di portare i primi frutti sul mercato già a fine luglio, circa 15 giorni prima rispetto agli anni precedenti. La campagna si è conclusa due settimane fa con le cultivar tardive Sensation, Kent e Kheit. "Le piante, nel mio areale, sono state così generose da rifiorire nuovamente ma questo è un lavoro ulteriore”. Un effetto del cambiamento climatico che sottolinea l’imprenditore rende più impegnativa la gestione del frutteto.
Collaborazioni con gelaterie e nuove tendenze
Il mango siciliano non è solo apprezzato come frutto fresco: "Abbiamo sviluppato collaborazioni con gelaterie di alta qualità, come Sapori di Sale a Capo d’Orlando, famosa per il gelato all'acqua di mare e per tante altre innovazioni. Il titolare Maurizio Cucinotta è un chimico che riesce a creare e proporre degli autentici capolavori del gusto”.
Siamo nel piano alto dell’eccellenza, ma Vincenzo Amata spiega bene la tendenza attuale nel mondo dei dolci: “Le gelaterie di qualità stanno abbandonando il prodotto confezionato, preferendo puree fresche. Quella di mango si presta a moltissimi utilizzi: gelati, granite, aperitivi e perfino lievitati come panettoni e colombe".
Un dato di mercato interessante. “Vendo la secondina, ma oggi preferiscono comprare anche 100/150 chili di prodotto, lavorarlo subito, abbatterlo e usarlo quando serve. Sono molti soddisfatti. Restano increduli quando dopo lo scongelamento la purea resti ancora profumata e saporita. Questa è la qualità”.
Apprezzata anche al recente G7 che si è tenuto in Sicilia e dedicato all’agroalimentare dove PapaMango con l'imprenditore è stato invitato per deliziare le persone con il gelato al mango.
Un sogno internazionale
Amata spera che il mango siciliano diventi un simbolo di eccellenza: "Abbiamo una terra straordinaria e un clima unico. Se lavoriamo insieme, possiamo fare del mango siciliano un punto di riferimento internazionale. La strada è ancora lunga, ma con qualità e passione possiamo arrivare lontano".