Con un gradimento sempre più marcato da parte dei consumatori, e a valle di una campagna 2021 che si è chiusa positivamente (oltre un milione di euro di fatturato tra mirtilli e lamponi), l'aumento delle superfici coltivate a piccoli frutti rossi che l'Op Joinfruit di Verzuolo ha previsto nel 2021, delinea prospettive interessanti anche per il 2022.
L'incremento della superficie coinvolta previsto nel 2021 è di 8 ettari (di cui 4 di mirtilli, 3,5 di lamponi e mezzo di more, con relativi teli anti-pioggia e anti-grandine), una crescita che permetterà a Joinfruit di arrivare a una superficie totale di circa 30 ettari coltivati a piccoli frutti rossi in suolo e di dare ulteriore spinta a un comparto che risulta essere tra quelli più in fermento dell'ortofrutta, con un aumento consistente della produzione sia in Italia sia in altri Paesi europei.
“Il microclima specifico del territorio pedemontano cuneese – spiega Michele Ponso, vice-presidente dell'Op Joinfruit e presidente della Ponso Cooperativa agricola di Saluzzo che raccoglie il grosso dei produttori di piccoli frutti del gruppo – si addice alla coltivazione di frutti rossi in suolo: l'escursione termica notturna dona a mirtilli, lamponi e more intensità di colore, dolcezza e succosità, mentre il terreno naturalmente acido delle zone collinari vicine ai boschi, è l'habitat ideale per i mirtilli, che infatti qui storicamente nascevano spontanei, selvatici. L'area della provincia di Cuneo è un territorio vocato per la coltivazione di piccoli frutti rossi, infatti rappresenta l'80% delle superfici investite in queste colture in Piemonte.”
Obiettivo: una qualità eccellente
L'obiettivo di Jointfruit è di offrire ai consumatori mirtilli, lamponi e more di eccellente qualità, sia attraverso una corretta selezione di calibro, colore e qualità dei singoli frutti, sia attraverso una programmazione varietale che permetta di estendere il periodo di commercializzazione. I nuovi impianti di mirtilli saranno di Duke, con un 75% di varietà medio tardive, mentre per i lamponi le nuove coltivazioni saranno di Clarita di tipo rifiorente e anche di altre varietà unifere, per allungare la forbice di raccolta e fornitura sui mercati da maggio fino agli inizi di dicembre. Per le more invece, tre varietà: Lochtay, Lochness e Chester, così da allungare il periodo di commercializzazione.
“Tra le sfide maggiori nella commercializzazione dei piccoli frutti rossi – aggiunge Michele Ponso – c'è quella di assicurare qualità e consistenza di fornitura alla Gdo: le nuove varietà, unite alle caratteristiche pedologiche e climatiche del nostro territorio, che vanta un'area di produzione che si estende dalla valle fino ai mille metri di altitudine sul livello del mare, ci permettono di produrre frutti rossi dalle eccellenti qualità organolettiche e al tempo stesso di allungare i tempi di distribuzione e rispettare adeguati prezzi di vendita, fondamentali per stimolare uno ‘sprint' nei consumi di questi frutti.”
“Abbiamo deciso di incrementare la coltivazione di piccoli frutti rossi perché negli ultimi anni è una produzione che ha rappresentato un interessante valore aggiunto – conclude Bruno Sacchi, direttore di Joinfruit – e, nonostante il consumo pro-capite in Italia sia ancora un quinto rispetto a quello delle popolazioni nord europee, nel prossimo futuro prevediamo anche nel nostro Paese un forte sviluppo per questi frutti, che hanno caratteristiche nutrizionali importanti per il benessere e la salute dei consumatori.”
Fonte: Op Joinfruit