Un tema delicato, ma che oramai appare non più prorogabile. È il nodo del passaggio dall’orario notturno a diurno nei Mercati ortofrutticoli italiani, sulla linea dell’esempio vincente del Mercabarna di Barcellona, e che in Italia è stato sino ad ora applicato solo dal CAR di Roma. Pena la sopravvivenza stessa di strutture che devono necessariamente adeguarsi ad uno scenario in completa mutazione e sempre più differente rispetto al passato. Questa l’opinione di Fedagromercati, la Federazione Nazionale che riunisce le Associazioni degli operatori all’ingrosso agro-floro-ittico-alimentari.
Sabato 13 febbraio la riunione del consiglio che si è tenuta a Bologna ha sancito la decisione di spingere in modo deciso sul piede dell’acceleratore di questo cambiamento, quasi epocale se vengono prese in considerazione le conseguenze sul quotidiano lavoro degli operatori che si trovano all’interno dei Mercati. Ripercussioni che, però, secondo Fedagromercati porteranno ad ottenere solo grandi benefici e che hanno spinto la Federazione ad abbracciare con forza questa scelta. “L’orario notturno comporta implicazioni negative non indifferenti che pesano sulle nostre aziende: l’incremento dei costi per le imprese (si aggira intorno al 35%); la difficoltà di trovare nuovi e validi collaboratori; la problematicità di dialogare con la media e la grande distribuzione – si legge in una nota di Fedagromercati -. Questi fattori, uniti al contesto economico attuale, hanno come conseguenza il ricambio generazionale molto incerto e una scarsa attrattività per gli imprenditori esterni. Tutto questo determina, tra l’altro, una valorizzazione insufficiente delle nostre imprese”.
Non sarà semplice, lo sa la stessa Federazione, consapevole che il cambio di orario è uno di quegli argomenti che accende la miccia del dibattito interno agli operatori e grossisti dei Mercati. “Affinché il rinnovamento avvenga, deve cambiare non solo la struttura organizzativa e logistica dei Mercati e dei centri urbani, ma soprattutto la mentalità degli stessi operatori grossisti – continua la nota – nell’affrontare una trasformazione sicuramente complicata, ma fondamentale per le nostre imprese”.
Se Fedagromercati si dichiara “in prima linea per realizzare tale cambiamento”, fondamentale sarà la componente “giovane” della Federazione presente anch’essa alla riunione del consiglio attraverso il Gruppo Giovani di Fedagromercati. Insomma, si cambia, o meglio, si vuole cambiare, per dare nuovo slancio a delle strutture che vogliono recitare ancora un ruolo di primo piano all’interno della filiera agroalimentare italiana.