30 marzo 2015

Orsero. Accordo raggiunto per la ristrutturazione del debito

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Sembra arrivare la parola fine alla vicenda che oramai da tempo riguardava l’esposizione da parte della holding della famiglia Orsero, Gf Group, nei confronti della banche (pari a 245 milioni di euro), in primis verso il gruppo Carige, e poi in misura minore anche nei confronti di Mps, Bnl, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Già a settembre del 2014 Gf Group aveva annunciato come le banche avessero rilasciato una “comfort letter” che attestava la serietà della proposta “al ceto bancario”. E già a settembre scorso si parlava di una ricapitalizzazione (16 milioni di euro) e della dismissione delle società partecipate non appartenenti al core business del Gruppo.

L’accordo ora, come riporta il quotidiano Repubblica, e che dovrà essere omologato dal tribunale di Savona, prevede più punti: in primis un aumento del capitale che sale a 18 milioni e che dovrà essere chiuso entro il 15 luglio, per il 75% delle quote già prenotato dalla famiglia Orsero. Il restante 25% “è possibile sia riconducibile alla partecipazione di Antonio Orsero” si legge sempre su Repubblica. Poi ci sarà l’emissione di “strumenti finanziari partecipativi a dieci anni per 42 milioni” che saranno di proprietà delle banche e che consentirà loro di convertire in questo modo una parte del loro credito nei confronti di GF Group. Con questi strumenti finanziari le banche non diventano socie in senso stretto e, date le caratteristiche di questi titoli, “non dovrebbero avere diritto di voto in assemblea”.

Sempre nell’accordo da una parte rientra la focalizzazione da parte della famiglia Orsero solo nelle attività di produzione e distribuzione di frutta e verdura, vale a dire nel core business dell’azienda, dal’altra la dismissione, per una valore pari a 78 milioni, di tutti gli altri asset, a cominciare da quelli immobiliari. Infine “entrerà in carica un nuovo consiglio di amministrazione, che – come puntualizza una nota diffusa da Gf Group – sarà composto in maggioranza da membri con requisiti di indipendenza, uno dei quali in rappresentanza della banche, e da un nuovo amministratore delegato, esterno al gruppo”.

Fonte news: Repubblica, Primocanale.it

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