26 luglio 2017

Ortaggi high-tech. Panasonic ci crede e raddoppia la produzione

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A tre anni dal lancio del suo primo orto indoor per fornire ortaggi a tre ristoranti della catena giapponese Ootoya, tutto sembra procedere per il meglio. Anzi, i piani di sviluppo sembrano essere ancor più ambiziosi di quando sono partiti. Solo che non si tratta di un'azienda agricola ma di un colosso dell'elettronica di consumo noto in tutto il mondo: Panasonic.

Nel 2014, con la sua società Singapore Panasonic Factory Solutions Asia Pacific, era partita con la produzione, in idroponica e sotto luci al led, di miniravanelli, lattughe rosse e mizuna (la senape giapponese). Oggi le varietà di ortaggi, dalle iniziali 8, sono salite a 40 e la produzione annua si aggira intorno alle 80 tonnellate.

L'obiettivo adesso è quello di arrivare a 180 tonnellate annue di verdure, ma non solo. Secondo Paul Wong, managing director di Panasonic Singapore, il progetto di vertical farm si sta rivelando un mezzo perfetto per produrre ortaggi all'interno di spazi limitati e non si vuole fermare qui. In un intervista al sito straitstimes.com, infatti, ha dichiarato di voler sondare la possibilità di coltivare a breve anche frutta con la stessa tecnica.

L'operazione è sostenuta anche dalle locali autorità che sono assolutamente favorevoli al trovare soluzioni che possano aumentare l'autoproduzione all'interno di uno città-Stato dove circa il 90% del cibo è importato.

Oggi Panasonic nella sua vertical farm di Singapore produce anche tre confezioni di insalate pronte da mangiare che vende ai principali supermercati, ma fornisce di verdure anche alberghi, ristoranti e società di catering. Non più solo, quindi, alla catena di ristoranti Ootoya, i primi ad aver cominciato ad acquistare prodotti dalla multinazionale dell'elettronica, e che continuano ancora oggi a farlo con un quantitativo mensile di circa 150 chilogrammi di verdure per i suoi punti vendita.

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