24 agosto 2014

Ortofruit Italia punta sul baby kiwi Nergi®

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È grande poco più di un lampone o un mirtillo, non si sbuccia, ma è un kiwi. Per la precisione un kiwiberry o “baby kiwi”, la cui origine si perde nella notte dei tempi. La Actinidia arguta, infatti, è una pianta rampicante considerata l’antenata del kiwi, originaria dell’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea, Taïwan, Siberia). Da frutto per pochi, a causa della sua fragilità e della poca conservabilità, è diventato un frutto che invece può essere commercializzato anche nella grande distribuzione grazie alla ricerca avvenuta in Nuova Zelanda negli anni ’90 e che ha portato a trovare nuove varietà, pur mantenendo le caratteristiche organolettiche originarie. Dolce, gustoso e ricco di vitamine e fibre è commercializzato con il brand Nergi® (da “energy”), di proprietà dell’azienda francese Sofruileg che lo presentò al Fruit Logistica di Berlino nel 2012.

L’esclusiva per la commercializzazione in quattro regioni italiane del nord ovest – Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria e Lombardia – sarà di Ortofruit Italia, l’organizzazione di produttori di Saluzzo in Piemonte, nata nel 2003 e che coinvolge più di 500 aziende agricole coordinate dalle 15 cooperative aderenti. Obiettivo? Dare un segnale positivo a tutte le aziende della Op e al territorio piemontese in un periodo non certo semplice, a causa della crisi del mercato peschicolo. Questo l’intento Ortofruit Italia e del suo presidente Domenico Paschetta, che in una nota sottolinea l’importanza dell’accordo commerciale con l’azienda francese (presentazione martedì 26 agosto nel salone eventi del Castello di Lagnasco in provincia di Cuneo). «La nostra specializzazione nella filiera dei piccoli frutti ci ha portati a rispondere all'onda negativa di batteriosi del kiwi e inflessione delle pesche puntando su questo nuovo “prodotto-progetto”, che annovera tutto il sapore tradizionale del kiwi nelle dimensioni di un frutto di bosco, con un altissimo valore di salute e servizio e per il consumatore. Un'opportunità di rilancio che, come Ortofruit Italia, vogliamo aprire a tutti gli agricoltori locali – partendo da quelli che già hanno avviato la produzione – nella speranza che si concretizzi come un'occasione di autentica cooperazione del comparto».

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