Timidi, ma reali, segnali di ripresa sul mercato interno, buone performance sul fronte dell’export. Sul Corriere Economia di lunedì 21 dicembre un articolo del giornalista Isidoro Trovato, recentemente chiamato a moderare l’evento Fresh Retailer: Show & Conference ideato da Eugenio Felice, direttore del magazine FM, prova a tracciare un bilancio del settore ortofrutticolo italiano attraverso i contributi di Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, e Fabio Massimo Pallottini, presidente del Car di Roma e di Italmercati, la Rete d’Imprese che raggruppa alcuni dei più importanti centri agroalimentari italiani.
Il punto di partenza è la lieve ripresa dei consumi alimentari in Italia, rispetto al 2014: 0,3% in più, a valori correnti, che trova una sponda anche in quelli ortofrutticoli con gli ortaggi che crescono dell’1,8% e la frutta del 3,8%. “Lo scenario è in rapido miglioramento – afferma Salvi al Corriere Economia – ma il mercato non è ancora trainante. I consumi sono cresciuti, soprattutto quest’anno, ma non possiamo ancora dirci del tutto fuori dalla crisi”.
Meglio l’export, con una crescita nel 2015 del 12,4%, pari ad un valore di 4,5 miliardi di euro. Un dato che Salvi giudica “considerevole”, considerando anche le difficoltà del contesto internazionale, con l’embargo russo ancora in essere e la crisi della Libia, ma con la crescita delle esportazioni verso i paesi asiatici.
Sul fronte interno l’articolo sottolinea come i consumi ortofrutticoli, sebbene stentino, oscillano in base ai differenti canali distributivi. Se la Gdo, in questo 2015, sta avendo un andamento altalenante – bene fino a luglio, poi ridimensionamento in autunno e inverno – nei mercati al dettaglio le cose sembrano andare diversamente. Secondo Fabio Massimo Pallottini, infatti, dal suo osservatorio questa flessione nella parte finale della stagione che caratterizza i consumi della Gdo non è stata registrata nei mercati al dettaglio. “Credo che in questa fase la differenza la facciano i servizi al cliente – afferma il presidente di Italmercati -. l’ortofrutta è costituita da prodotti particolari che vanno spiegati alla clientela, non basta metterli sugli scaffali”.
Scendendo nel dettaglio dei consumi nella Gdo, paragonando i consumi di ottobre del 2015 con quelli di due anni fa, il risultato appare comunque soddisfacente: “se consideriamo che già l’anno scorso a ottobre la performance era stata positiva di 4 punti percentuali: vi è quindi un +6% nel 2015 rispetto al 2013”. Secondo Egugenio Felice, infine, “è in crescita il coefficiente della fiducia tra fornitori di ortofrutta e grande distribuzione”.
E l’Expo? Come sottolinea l’incipit dell’articolo, ha rappresentato “una vetrina internazionale che ha messo in evidenza l’enorme patrimonio alimentare del made in Italy”. Ma ha anche fatto da traino al comparto ortofrutticolo italiano, giustamente definito “tra i fiori all’occhiello” del nostro comparto agroalimentare? L’articolo non entra nel merito della questione, sebbene il titolo sia “Dopo Expo Il Business deve sbocciare”. Difficile rispondere, d’altronde, anche perché se c’è un settore che ad Expo, di fatto, non si è presentato, quanto meno non in modo unitario come altri e solo in alcuni spazi ed in alcuni periodi durante i 6 mesi di Expo, è proprio quello ortofrutticolo.
Fonte news: Corriere Economia | Credits foto: Corriere Economia | Esselunga