Frammentazione della produzione, poche organizzazioni di produttori, comportamenti anacronistici. Questi, in sintesi, i nostri strutturali che secondo la Cia – Confederazione italiana agricoltori – devono essere superati se il settore ortofrutticolo italiano intende cambiare in modo deciso la sua strada. Cammino, che, nonostante valga 14 miliardi di euro, pari a un terzo della produzione lorda vendibile dell’agricoltura italiana, in questo momento è irto di difficoltà e ostacoli. A partire dalle dimensioni: solo il 30% delle imprese impegnate nel settore ha dimensioni superiori ai 5 ettari, pur detenendo il 73% della superficie complessiva dedicata al settore. Dal forum che il 3 maggio si è svolto a Napoli, la Cia punta poi l’indice sullo stallo nella nascita di nuove Organizzazioni di produttori, nonostante gli aiuti che potrebbero arrivare dall’Ocm (Organizzazione Comune del mercato unica) proprio per incentivare la loro costituzione. Ci vogliono, quindi, maggiori aggregazioni di prodotto, per fare sistema nell’offerta e presentarsi sui mercati con grande competitività.
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