12 marzo 2018

Ortofrutta, un settore “rosa” ma con poche donne al comando

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La donne rappresentano la maggioranza della forza lavoro nel settore ortofrutta ma pochissime di loro ricoprono un ruolo di direzione. Questo il quadro che emerge dall'indagine commissionata dall'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta e presentata l'8 marzo scorso durante un convegno organizzato a Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.

Il 69% della forza lavoro nel settore ortofrutta è rappresentata da donne, ha spiegato Daria Lodi di Cso Italy, (Centro servizi ortofrutticoli) ma la stragrande maggioranza di loro – l'83% – si occupa di operazioni di lavorazione e magazzino. Del restante 17% appena lo 0,2% ha un ruolo nella direzione e lo 0,3% nella comunicazione  e marketing, le altre donne si dividono tra amministrazione e finanza, area tecnica e qualità, logistica. Analizzando la composizione nei singoli ruoli, nella direzione il rapporto tra uomini e donne è dell'88% contro il 12%, proporzione invertita nel marketing e comunicazione con  33% e 67%.

Il 32% delle addette nel settore ha età compresa tra i 45 e 55, solo il 4% possiede una laurea, ma sono comunque molte di più le donne laureate in confronto agli uomini. Il 97% delle donne che lavorano nell'ortofrutta ha conseguito una laurea magistrale, livello raggiunto solo dal 3% degli uomini.

“Siamo una rete di donne esperte in vari ambiti della filiera ortofrutticola, a cui piace il confronto, visto come momento di crescita, donne che vogliono essere visibili, essere coinvolte ed avere voce anche per promuovere l’ortofrutta con modalità diverse e superare l’immagine di mera commodity” ha dichiarato durante il convegno Alessandra Ravaioli, presidente dell’associazione nazionale Le Donne dell’ortofrutta.

L'Associazione è nata tre mesi fa da 27 socie e oggi sono già 50.  “Il nostro obiettivo è diventare 100 socie entro l’anno- ha detto la Ravaioli – siamo l’unica organizzazione di questo tipo in Europa, siamo una realtà nuova, piena di entusiasmo e con le nostre attività vogliamo che venga riconosciuto il ruolo femminile in un settore di primaria importanza nell’agroalimentare italiano”.

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