12 giugno 2014

PAC 2000A Conad. +3% il fatturato nel 2013

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Dopo i dati positivi di Conad Centro Nord, arrivano anche quelli di PAC 2000A, la cooperativa di dettaglianti, aderente al Consorzio Nazionale Conad, che opera in Umbria, Lazio, Campania e Calabria. Il gruppo nel 2013 ha sfiorato i 2,5 miliardi di euro di fatturato (2.497 milioni di euro) facendo segnare un incremento del 3% rispetto al 2012. L'utile netto di 63 milioni di euro e il patrimonio di 469 milioni di euro completano un quadro certamente positivo, con un rafforzamento anche della quota di mercato che sale al 20,6 per cento, 0,6 punti percentuali in più rispetto al 2012 (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo, II semestre 2013).

ll Gruppo ha oggi 1.122 punti di vendita: 5 ipermercati, 57 Conad Superstore, 361 Conad, 222 Conad City, 297 Margherita Conad e 180 Todis. Nelle attività del Gruppo sono occupate 13.608 persone, lo 0,9 per cento in più rispetto al 2012. I prodotti a marchio Conad hanno fatto registrare +17% nelle vendite. Circa un terzo del fatturato – 31,6 per cento – è riconducibile a promozioni, con punte più alte al Sud, in Campania (35,1 per cento) e Calabria (34,1 per cento). Il piano finanziario di sviluppo triennale prevede investimenti che intendono portare il gruppo distributivo a superare i 3 miliardi di euro di fatturato e ad elaborare una nuova strategia di posizionamento per l'insegna Todis. Entro fine anno, infine, è prevista l’apertura di un nuovo iper di Perugia-Corciano (5 mila mq di superficie e 200 nuovi posti di lavoro, oltre i 300 dell'indotto).

«Guardiamo al futuro con una certa dose di ottimismo per dare sostegno ai nostri 957 soci imprenditori perché continuino a crescere diventando sempre più un punto di riferimento per i clienti e le loro comunità», ha commentato il presidente di PAC 2000A Claudio Alibrandi. «La crisi è un'invitata sempre presente alla tavola degli italiani: per questo andiamo incontro alle esigenze di un numero crescente di persone e aumentiamo le offerte dei prodotti di più largo consumo in modo che non rinuncino alla qualità. Non basta, però; ne siamo certi. Occorre creare le giuste condizioni per la ripresa dei consumi, così come occorre che mettiamo i nostri soci in condizione di fare sviluppo e produrre ricadute economiche positive sulle economie locali».

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