Un’analisi dell’Osservatorio Immagino di GS1 sullo smaltimento domestico dei packaging dei prodotti confezionati di largo consumo costituisce lo spunto di riflessione del pezzo di Lucia Pellegrini, project manager di Bestack, pubblicato nella newsletter settimanale del Consorzio.
L’Osservatorio parla di un aumento delle etichette informative sulla riciclabilità. Indicazioni che influiscono sulle scelte d’acquisto dei consumatori e svela la responsabilità delle aziende. Negli ultimi anni, la gestione del riciclo domestico dei packaging dei prodotti di largo consumo ha registrato significativi progressi. Secondo i dati dell’Osservatorio Immagino, a dicembre 2022 quasi il 45% dei prodotti analizzati aveva introdotto indicazioni sulle etichette per agevolare i consumatori nella corretta raccolta differenziata e nel riciclaggio delle confezioni, segnando un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Una tendenza interessante che emerge dall’analisi è la diminuzione delle confezioni non riciclabili, che rappresentano solo il 2,9% dei prodotti. Questo dimostra come – quando le aziende del largo consumo comunicano l’impegno per la raccolta differenziata sulla confezione – l’impegno è spesso concreto ed efficace.
Merceologie virtuose, l’ortofrutta c’è
La mappatura delle diverse aree merceologiche del largo consumo vede tutti i dati in crescita rispetto all’anno precedente (2021) e conferma che il settore del freddo è il leader, con oltre il 68% delle confezioni che indicano come smaltirle. Seguono l’ortofrutta (57,4%), il fresco (54,5%) e la drogheria alimentare (52,3%). Le bevande sono in coda a causa della mancata indicazione delle modalità di smaltimento specialmente sulle confezioni in vetro.
Analizzando i diversi comparti merceologici, emerge che la gastronomia vegetale sostitutiva, la pasta, i cibi per l’infanzia, i surgelati e il pane sono le categorie con la maggior incidenza di prodotti indicanti come smaltire il packaging. Al contrario, i prodotti per la prima infanzia, i prodotti da ricorrenza e i condimenti freschi hanno una copertura ancora molto bassa, rispettivamente 44,3%, 47,2% e 51,5%.
Pack che parlano chiaro
Il peso dei pack parlanti sul carrello della spesa è significativo, con due confezioni su tre che comunicano chiaramente la riciclabilità dell’imballaggio. Questo dato, ponderato in base al numero di prodotti venduti nel 2022, indica che il 44,8% dei prodotti con comunicazione di riciclabilità sviluppa il 66,7% delle unità vendute. È interessante notare che le unità di prodotto vendute sono diminuite.
Esaminando le diverse categorie merceologiche, si osserva una crescita generale nella percentuale di confezioni vendute con indicazione di riciclabilità del packaging. Il settore del freddo si conferma come il più comunicativo sulla riciclabilità delle confezioni (84,2% di quota ponderata), seguito da ortofrutta (77,3%), fresco (73,1%) e drogheria alimentare (72,1%).
Tra i comparti merceologici, i leader nella comunicazione sulle confezioni vendute sono la gastronomia vegetale sostitutiva, il pane e sostitutivi, i prodotti da forno e cereali, il riso e i surgelati. Al contrario, liquori, champagne, spumanti, cosmetica, profumeria, prodotti per l’igiene orale, aperitivi e birre mostrano la minor indicazione di riciclabilità.
Riciclabilità e mono-materiale
Collegato al tema della riciclabilità c’è il tema del mono-materiale. La composizione del packaging utilizzato per i prodotti di largo consumo è caratterizzata da una combinazione di materiali diversi, scelti per garantire la praticità d’uso e la conservazione sicura. Secondo i dati dell’analisi condotta sull’etichettatura, il 36,1% delle quasi 55mila referenze esaminate riporta informazioni sulla riciclabilità e presenta confezioni composte da due materiali, registrando un aumento dello 0,7% rispetto al 2021. Inoltre, il 20,7% dei prodotti ha confezioni realizzate con tre componenti (+0,2%), il 5,1% con quattro componenti (+0,1%) e il 2,2% con cinque o più componenti (+0,2%).
Nel corso del 2022, la percentuale di prodotti venduti in confezioni monomateriali è diminuita del 1,2%, scendendo al 35,9% del totale numerico. Considerando solo i prodotti con un solo materiale nel packaging, si nota che oltre il 90% di essi viene venduto in confezioni totalmente o largamente riciclabili. Tuttavia, all’aumentare del numero di materiali utilizzati per il packaging, diminuisce la quota di prodotti che possono considerarsi riciclabili. Analizzando i diversi settori merceologici, l’ortofrutta si conferma come l’area con la maggiore utilizzazione di packaging monomateriale (66,5% delle referenze).
La decisione di inserire informazioni sulla gestione domestica del packaging sulle etichette deriva dall’adeguamento alla normativa più recente sull’etichettatura ambientale da parte dell’industria di largo consumo e delle marche private della grande distribuzione. L’analisi dei prodotti in base ai fornitori indica che sono principalmente i prodotti a marchio del distributore a veicolare tali indicazioni, presenti sul 68,5% delle referenze, con un aumento del 3,1% rispetto all’anno precedente.
L’analisi dei dati ponderati sul numero di confezioni vendute rivela in modo evidente la forza delle marche commerciali e dei top20 produttori nel panorama competitivo. Infatti, quattro confezioni su cinque dei prodotti a marchio del distributore acquistate dagli italiani nel 2022 indicavano le modalità di riciclo del packaging (87,5%). Questa informazione era presente sul 72,6% delle confezioni dei prodotti dei top 20 fornitori, sul 58,3% dei follower e sul 40,2% dei produttori più piccoli.
La costante sensibilizzazione al corretto riciclo che le autorità hanno sviluppato nell’ultimo decennio e la collaborazione delle aziende – che non solo si adeguano alla legislazione attuale, ma forniscono anche ulteriori informazioni – hanno portato importanti risultati soprattutto nell’ambito della carta e cartone e l’Osservatorio è un chiaro segnale di ricezione del messaggio.