26 luglio 2021

Passion fruit made in Italy? Si dice Figaro

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A Caronia Marina (Messina) è da pochi giorni partita la raccolta del frutto della passione siciliano di Be Fruit, fornitore in esclusiva della nostra azienda. Il mese di luglio nelle piantagioni è stato sinonimo di soddisfazione per i risultati legati alla raccolta di questo frutto tropicale coltivato interamente in Italia.
Se infatti la tendenza nazionale legata ai consumi di frutta esotica dipinge un’attenzione da parte del consumatore finale per la provenienza nazionale del prodotto e per una garanzia maggiore di qualità, il passion fruit conferma questi dati.

“Il passion fruit è, insieme a mango e avocado, uno dei frutti tropicali che più stanno avendo espansione in questo momento. La campagna in Sicilia si sta rivelando molto buona – sottolinea Luca Garletti, Ceo di McGarlet – Il nostro prodotto coltivato interamente in Sicilia non ha infatti niente da invidiare ai prodotti provenienti da oltreoceano. Si tratta di un prodotto di altissima qualità sotto tutti i punti di vista”.

Un prodotto maturato sulla pianta

“L’obiettivo a cui punta McGarlet – prosegue Garletti – è quello di fornire al consumatore finale un frutto dal giusto grado di maturazione sull’albero“.
L’attenzione da avere è quindi quella di guardare il prodotto con i giusti occhi: la presenza di rugosità sulla buccia del passion fruit è infatti sinonimo di una corretta maturazione.
McGarlet, in collaborazione con i suoi partner siciliani, lavora ogni giorno affinché i frutti, lasciati maturare al meglio sulle piante, vengano consegnati al consumatore in brevissimo tempo per gustarne il sapore e le qualità organolettiche migliori.

Passion fruit italiano: quattro varietà per soddisfare tutti

Uno degli obiettivi della collaborazione tra Be Fruit e McGarlet è quello di non limitarsi ad offrire una sola varietà di un determinato prodotto ma, anzi, di poter proporre al consumatore finale più esperto e critico una scelta.

Ne proponiamo quattro varietà differenti che si sono perfettamente acclimatate nei tre ettari di campi in Sicilia: la maracuja, forse la più nota con la sua buccia rigida di un bel giallo paglierino, la varietà morada, più piccola e di colore bruno, la rossa e la colvillii. Tutte fanno parte dello stesso genere, quello della Passiflora, di cui anche alle nostre latitudini almeno una specie è ben conosciuta, la Passiflora coerulea che viene coltivata per i suoi magnifici fiori. Anche la Passiflora edulis ha fiori di simile bellezza ma produce anche frutti commestibili.

La maracuja (Passiflora edulis var. flavicarpa) ha un frutto di grandi dimensioni, con un peso che si aggira attorno ai 300 grammi. All’interno della rigida scorza gialla sono contenuti i semi circondati da una gelatina trasparente. L’intero agglomerato costituisce la parte edibile del frutto. Ha un sapore molto particolare, inconfondibile, che abbina la dolcezza ad una punta di acidità finale. É un ingrediente tipico di molti dolci e bevande, anche cocktail, soprattutto in Brasile. Può anche essere consumata come frutto fresco o per accompagnare un piatto di pesce, sfruttando anche il particolare aspetto dato dalla moltitudine di semi gelatinosi che in spagnolo viene espresso eloquentemente con il termine granadilla.

La varietà morada e la rossa hanno invece frutti di dimensioni minori, tra i 50 e i 100 grammi di peso. La buccia è di colore rosso, viola o bruno. La composizione del frutto è uguale alla maracuja ma con una gelatina di colore verde-giallo che le conferisce un aspetto particolare. Anche per queste varietà il sapore combina le note dolci con una punta di acidità che non fa stancare. Gli utilizzi sono gli stessi della maracuja, sia nelle bevande che per accompagnare piatti principali o per il consumo fresco. Sia la maracuja che le varietà morada e rossa sono ricche di vitamina C. Queste ultime due forniscono anche un significativo apporto di polifenoli dall’importante azione antiossidante.

Anche la varietà Colvillii ha un elevato contenuto di polifenoli. Questa pianta può essere considerata una via di mezzo tra la maracuja e la varietà morada. Infatti si presenta come un frutto di grandi dimensioni, assimilabile alla flavicarpa, ma di colore viola scuro simile alla morada. La polpa è di un giallo intenso e il sapore dolce.

“La collaborazione con Be Fruit – conclude Garletti – ci dà la possibilità di offrire ai nostri clienti prodotti italiani di eccellente qualità, dal sapore intenso e con delle caratteristiche organolettiche di primissimo livello”.

Attenzione alla sostenibilità ambientale

L’attenzione al made in Italy non è però l’unico elemento che sta a cuore all’azienda e ai consumatori, che si sono rivelati sempre più attenti anche agli imballaggi dei prodotti che acquistano.
Un’indagine Ipsos Mori, svolta nell’estate 2020 e presentata a novembre dello stesso anni, ha analizzato i trend delle scelte sostenibili dei consumatori evidenziando quanto la scelta degli imballaggi sia importante.
L’analisi è stata condotta su un campione di 9mila persone divise in 12 Paesi europei, di cui mille in Italia. Il risultato emerso è che l'87% dei consumatori è solito acquistare prodotti caratterizzati da una minima quantità di materiali per il packaging. Il 31% ha addirittura affermato di aver cambiato le proprie abitudini di acquisto proprio a causa di un packaging non sostenibile.

Per la nuova linea di Figaro, Mc Garlet ha scelto di essere 100% ecosostenibile, nel massimo rispetto dell'ambiente e a favore della natura. Tutte le referenze sono confezionate in vaschette completamente biodegradabili e realizzate in cartone derivato dalla lavorazione del legno proveniente da foreste rinnovabili (certificazione Fsc). Anche le etichette e il film trasparente plastic free sono totalmente compostabili e smaltibili come rifiuti organici.

Nati e cresciuti in Sicilia

Il packaging non si fa notare solo dal punto di vista della sua composizione legata ai materiali, anche l’estetica è stata rivisitata. La provenienza del prodotto viene sottolineata anche qui. Sulle confezioni troviamo infatti la rappresentazione dei famosi carretti siciliani.

Fonte: Mc Garlet

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