12 settembre 2014

Patate, +15% la produzione. Ma non basta

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Secondo le stime dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari quest’anno l’Italia produrrà circa 15 milioni di quintali di patate. Il 15% in più rispetto all’anno scorso, percentuale che potrebbe anche aumentare considerando che alcune regioni come il Veneto e la Calabria devono ancora terminare la raccolta. Una cifra in linea con l’andamento europeo, che vede anch’esso un rialzo in media del 7%. Un quantitativo che comunque non basterà a soddisfare la domanda interna che oramai da anni è pari a circa 20 milioni di quintali.

“Non è dunque possibile imputare alla sovrapproduzione della stagione in corso – commenta in una nota Luciano Torreggiani, coordinatore del settore patate di Fedagri-Confcooperative – i problemi relativi al calo dei prezzi di mercato delle patate, perché in ogni caso restiamo sotto la soglia dell’autoapprovvigionamento: quest’anno per dare risposta al fabbisogno interno, importeremo almeno 4-5 milioni di quintali di prodotto dai due principali paesi concorrenti, Francia e Germania”. Settimana scorsa, l’Associazione Produttori Patate Emiliano-Romagnole (APPE) nel suo appello lanciato a tutta la filiera distributiva, imputava le attuali difficoltà commerciali che sta affrontando il settore, tra le altre, anche agli “incrementi di superficie coltivate” e alle “forti rese produttive, elemento che si registra in tutte le regioni italiane e nelle principali aree produttive europee”.

Sull’ingresso di patate dall’estero e sul controllo dell'origine si concentra quindi il commento di Torreggiani che rievoca il recente caso portato all’attenzione pubblica dalla puntata di Report dal titolo “La Patata bollente”: «Il problema è che certe patate estere diventano poi italiane, come le forze dell’ordine non hanno tardato a scoprire in una recente indagine». Se da un lato l’esponente di Fedagri-Confcooperative auspica l’approvazione da parte del Ministero del Piano praticolo, dall’altro invoca un maggior sforzo sul fronte promozionale del prodotto italiano. “la filiera produttiva rappresentata dalla cooperazione potrebbe svolgere un ruolo importante per comunicare e far apprezzare ai consumatori  tutto ciò che è di valore, a garanzia dell’ italianità e della qualità della produzione, anche con campagne mirate supportate dal Ministero e dalle Regioni, con l’ausilio dell’Osservatorio attivato presso Ismea”.

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