09 settembre 2015

Patate. Ferri (Naturitalia): “Troppi produttori, dobbiamo cambiare”

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«Il fatto che ci siano più di 200 players è il segno del male del sistema ortofrutta in Italia. Dobbiamo lavorare di più per cambiare questo aspetto». Gabriele Ferri, direttore generale di Naturitalia, vede sia luci che ombre nell’analisi fornita da Nielsen sul mercato delle patate in Italia, e di quelle confezionate in particolare, illustrata a Expo mercoledì 8 settembre all’interno dello spazio Fruitness all’Expo di Milano.

Un mercato decisamente frammentato dove 6 attori (tra i quali le private label, il Consorzio della Patata di Qualità e Naturitalia) detengono solo poco meno del 60% del mercato e il resto se lo contendono tantissimi produttori. Risultato? «A volte non riusciamo a essere remunerativi per la filiera. Bruciamo valore proprio per questo. Ed è un vero peccato perché le patate sono una coltivazione che, per esempio nel territorio bolognese, è arrivata 200 anni fa e rappresenta un grande valore che stiamo perdendo a causa di problemi organizzativi. È veramente folle». E questa accesa competizione si ripercuote poi sui prezzi: di fatto, come ha illustrato Alessandro Borghi di Nielsen nella sua presentazione, l’ingresso di nuovi players nella fascia bassa di mercato nell’ultimo anno ha aumentato significativamente la competizione sul prezzo.

Non solo ombre, comunque. Secondo Ferri è molto interessante la sempre più forte importanza che i consumatori mostrano nei confronti dell’origine di prodotti alimentari in generale, e anche delle patate. «È un aspetto positivo. Se siamo corretti nel mostrare la provenienza i consumatori ci guardano con maggiore attenzione». Infine il tema dell’innovazione, decisivo anche in un settore dove non è così facile proporre nuovi prodotti. «I nuovi prodotti sono una nicchia, ma sono comunque importanti, perche danno slancio all’intero settore».

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