02 maggio 2014

Patate. Le associazioni emiliano – romagnole chiedono chiarezza

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ASSOPA (Associazione Produttori Patate) e APPE (Associazione Produttori Patate Emiliano Romagnoli) in una nota congiunta chiedono alle Autorità Giudiziarie di fare chiarezza sulla vicenda delle patate di importazione contraffatte per italiane sollevata dalla puntata “La patata bollente” trasmessa durante la trasmissione Report andata in onda lunedì 28 aprile, «accertando nel più breve tempo possibile la realtà dei fatti affinché non siano penalizzate tutte quelle aziende, iniziando dai produttori e finendo alla GDO, che hanno contribuito alla costruzione del Sistema Bologna».

La produzione di patate in Emilia Romagna è di assoluta rilevanza economica: nel 2013 sono stati seminati circa 5.300 ettari a livello regionale, di cui circa 2.570 sono nella provincia di Bologna. L’Istat al 25 febbraio 2014 rileva 41.000 ettari di patate a livello nazionale. «Nella provincia di Bologna – continua il comunicato – le numerose aziende che hanno fatto della patata il loro core business, da anni perseguono la strada della qualità che ha portato all’eccellenza del settore pataticolo in tutta Italia. A testimoniare questa scelta di qualità c’è l’impegno che i pataticoltori hanno messo per arrivare al riconoscimento della Patata di Bologna D.O.P., Denominazione di Origine Protetta che segue i Regolamenti dettati dalle UE e dal Ministero delle Politiche Agricole».

L’invito delle due associazioni è quello di «visitare il sistema dei controlli approvato e verificato a norma di Legge, messo a punto dal consorzio Patata di Bologna DOP a cui aderiscono le Organizzazione dei Produttori regionali ASSOPA e APPE».

Fonte foto: www.taccuinistorici.it

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