16 novembre 2018

Penny Market, ecco MyBio: l’alternativa bio allo spreco alimentare

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Lo spreco alimentare, o Food Waste che dir si voglia, non è sempre colpa del consumatore. O perlomeno non interamente. Da oggi, infatti, sugli scaffali di tutti i supermercati dell'insegna tedesca Penny Market del Gruppo Rewe c’è una nuova linea: MyBio “Bellezze Naturali”. 

Presentata alla stampa con il supporto dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano e Banco Alimentare, la nuova linea MyBio “Bellezze Naturali” lavora a monte della filiera per abbattere quel 12% delle eccedenze nella produzione causato dalla non conformità agli standard estetici richiesti dal mercato. Standard che negli anni hanno abituato il consumatore ad avere sulla propria tavola prodotti sempre perfetti da un punto di vista estetico, trascurando e non vedendo quei prodotti, soprattutto ortofrutticoli, “speciali” alla vista, ma non meno saporiti. 

5,1 milioni di tonnellate di cibo sprecato ogni anno

Secondo una recente ricerca condotta dal Politecnico di Milano, ogni anno vengono sprecati 5,1 milioni di tonnellate di cibo, equivalenti al 15,4% dei consumi alimentari, con un impatto economico di 12,6 miliardi di euro e ambientale di 13 milioni di tonnellate di CO2 emesse. Costo che non si esaurisce con la sola produzione, ma impatta fino allo smaltimento. Lo spreco dipende, infatti, per il 53% dalle aziende della filiera e per il restante 47% dai consumatori.  “Una delle cause dello spreco deriva proprio dalla non conformità agli standard di mercato”, commenta Giulia Bartezzaghi, Ricercatrice dell’Osservatorio Food Sustainability del Politecnico di Milano. “I prodotti sono perfettamente commestibili e conformi ai requisiti di legge in materia di sicurezza alimentare, ma per cause puramente estetiche sono preventivamente scartati, prima di entrare nel circuito della distribuzione”. E non arrivano nemmeno allo scaffale.
“Occhio non vede, cuore non duole” verrebbe da dire, ma in tempi in cui appare doveroso recuperare il valore naturale e culturale del cibo è necessario mettere in campo misure che incidano profondamente sulla filiera. 

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Da sinistra Giulia Bartegazzi, Ricercatrice dell'Osservatorio Food & Sustainability del Politecnico di Milano, Andrea Giussani, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus, Gotthard Klingan, ad Penny Market

MyBio “Bellezze Naturali”, il progetto Penny Market

Da qui il progetto ambizioso di Penny Market, che punta a dare valore a quella “seconda scelta” di cui il consumatore non conosce nemmeno l’esistenza. Patate, limoni, zucchine, pomodori a grappolo e mele sono i primi a entrare in scena. Prodotti biologici con packaging biodegradabile e compostabile che, a detta dell’Amministratore Delegato di Penny Market, Gotthard Klingan, “rispondono all’esigenza di avere un approccio sistemico al problema”. Alimenti “speciali fuori, perfetti dentro”, che favoriscono non solo un consumo responsabile, ma anche il conto economico dei produttori. 

Anche Banco Alimentare sposa il progetto

Un progetto di prevenzione strutturale, questo, che coinvolge anche Banco Alimentare, che dal 1989 si dedica ad aiutare i più bisognosi attraverso iniziative tra cui la ben nota colletta alimentare e il programma “Siticibo” per recuperare e distribuire piatti pronti di cibo cotto della ristorazione organizzata, mense aziendali e mense scolastiche, oltre a pane e frutta.  “Da anni collaboriamo con Penny Market per il recupero delle eccedenze alimentari non deperibili e fresche”, aggiunge Andrea Giussani, Presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus. “Solo l’anno scorso Penny Market ha devoluto a Banco Alimentare 15.000 chili di riso, pari a 150.000 porzioni e siamo certi che questa nuova iniziativa farà crescere la cultura dello scarto e la sua limitazione in ogni segmento della filiera”. 

Un cambio di paradigma a vantaggio di tutti

Un paradigma che deve cambiare, un vero cambio di prospettiva, che mostrerà come la commercializzazione di prodotti “speciali fuori, perfetti dentro” possa essere un vantaggio non solo per il consumatore, che potrà accedere al biologico strizzando l’occhio al risparmio –Penny Market sembra infatti voler mantenere fede alla sua promessa di accessibilità economica dei suoi prodotti-  ma anche per i produttori, che potranno destinare alla Grande Distribuzione una parte più consistente del proprio lavoro.

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