Chi fa trasformazione, cosa si attende dalla campagna corilicola 2022? Prezzi più contenuti, prima di tutto. Questo, almeno stando alla situazione attuale, è l’auspicio di Alessandro Delmonte, cotitolare di Nocciolanghe (a sinistra nella foto assieme al socio Lorenzo), giovane e dinamica azienda di Cortemilia (Cuneo), la località delle Langhe dove ogni anno “si fa” tra l’altro il prezzo delle nocciole.
Nocciolanghe acquista, lavora e rivende Nocciola Piemonte Igp. E, mentre si approssima la vigilia della raccolta, non mancano appunto considerazioni sui prezzi. “L’annata 2022 – spiega Delmonte – dalle impressioni che abbiamo raccolto tra alcuni produttori, sembra al momento abbastanza buona. Bisogna comunque continuare a vedere come sarà l’evoluzione del meteo da qui ad agosto”.
Poi, Delmonte entra nel tema caldo. “Siamo fiduciosi – aggiunge – che i prezzi siano in discesa, proprio in ragione dei maggiori quantitativi che si dovrebbero ottenere rispetto al 2021. Diversamente, potrebbero esserci clienti che si rivolgono a forniture da altre origini rispetto al Piemonte; come ad esempio a nocciole provenienti dalla Turchia o dall’Azerbaigian. Nel giro di un anno, infatti, siamo arrivati a prezzi fuori da ogni logica. Basta dire che da 8 euro il chilo per la Nocciola Piemonte Igp sgusciata cruda, abbiamo toccato punte di 13–13,5 euro il chilo. La soglia critica dei 9-10 euro il chilo, insomma, è stata superata abbondantemente”.
A differenza di altri operatori, Nocciolanghe conferma come le proprie vendite all’estero non abbiano risentito della situazione geopolitica internazionale. “Il nostro mercato principale rimane l’Italia – conclude Delmonte – che rappresenta circa il 70% del nostro business, ma non abbiamo avuto problemi nemmeno con l’estero, rivolgendoci a paesi come Spagna, Francia, Belgio e Germania”.