La disputa sull'origine del tortellino è decisamente emiliana- corre tra Modena, Bologna e Castelfranco – e non ci sono dubbi sulle tagliatelle o sulle le lasagne ed è ben chiara la culla di Parmigiano Reggiano e prosciutto di Parma. L'Emilia Romagna a tavola si fa riconoscere ed è sinonimo di bontà, visto che si sono pure inventati gli spaghetti alla bolognese. Tutto bene, ma la frutta e la verdura che si coltivano in gran quantità in questa regione? Godono senza dubbio di fama e apprezzamento le ciliegie di Vignola ma c'è poco altro di veramente conosciuto. Destino (quasi) anonimo per le pere. Eppure ben il 70% delle pere italiane cresce, matura e si raccoglie in Emilia Romagna. Urge una campagna di comunicazione. C'è ed è stata presentata oggi dal Consorzio di tutela per la pera dell’Emilia Romagna Igp. La campagna per una nuova (p)era.
Una campagna televisiva nazionale sulla pera
La certificazione ha avuto successo in Emilia-Romagna visto che la produzione Igp rappresenta il 25% della pericoltura regionale e il 15% delle imprese producono a marchio. Tutto da valorizzare. Lo ha sottolineato il presidente del Consorzio Mauro Grossi: “Con questa campagna promozionale diamo vita ad un progetto basato su una nuova immagine e un nuovo percorso di valorizzazione“. Un investimento pubblicitario su tutte le reti televisive nazionali generaliste e sulla stampa. Da ieri è programmata la messa in onda per due settimane degli spot tv da 15 e 30 secondi (realizzato da LDB Advertising) nei programmi e negli spazi orari con maggiore audience di Mediaset, Rai e Cairo.
Grande adesione degli imprenditori
Alla conferenza stampa l'assessore regionale all'agricoltura Alessio Mammi ha spiegato il supporto della Regione, ricordando anche le decine di milioni di euro destinati alla valorizzazione del settore agricolo, ricordando come la disponibilità era legata “alla partecipazione degli operatori”.
Una pera su quattro è Igp
Le adesioni sono arrivate: “Un incremento del 78% delle aziende con produzione Igp nella campagna 2022. Sono già 700, sulle 4.600 presenti in Emilia Romagna, quelle che producono l’Igp, pari al 15% delle imprese, ma in rappresentanza di oltre il 25% della superficie a pero, e controllano, in un’annata di produzione ordinaria, oltre 100.000 tonnellate di pere, ovvero oltre il 25% della produzione regionale potenziale (era solo il 10% nel 2020)”. Numeri importanti.
Un nuovo bollino
La nuova pera rinasce anche con il design, in concreto un nuovo bollino per l’Igp. Si è iniziato ieri. “Un restyling studiato per far vivere il logo da solo e, al contempo, adattarlo a operazioni di cobranding con le principali marche di prodotto e/o di gamma della produzione e della distribuzione”. In particolare per Roberto Della Casa, incaricato di curare la strategia del progetto, “il logo rappresenta il prodotto stesso comunicato attraverso le sue peculiarità estetiche e, soprattutto, ne valorizza l’origine territoriale”.
Arriva la categoria selezione
Non ci si limita a uno spot televisivo e all'acquisto delle pagine pubblicitarie sui giornali. E' nata una nuova categoria, un prodotto top quality ovvero la selezione, in affiancamento allo standard previsto dal disciplinare Igp. In concreto la categoria è disciplinata da un regolamento adottato dall’assemblea del Consorzio su proposta del consiglio di amministrazione secondo il modello adottato per la stagionatura dai formaggi Dop, Parmigiano Reggiano in testa.
Maggiore livello zuccherino: due gradi brix in più
La categoria selezione verrà evidenziata sul prodotto e sulle confezioni. Ma cosa cambia nella degustazione? “La qualità gustativa, ottenuta con un livello zuccherino maggiore, pari a due gradi brix in più rispetto alle prescrizioni dell’Igp, salvo eccezioni. La durezza, poi, sarà adeguata ad avere un prodotto pastoso mentre – per rendere la selezione identificabile in fase di acquisto – si è scelto un calibro distintivo rispetto a quello di solito usato per l’Igp standard”.
Lo spot
Questi le azione per il rilancio visto che secondo un'indagine, citata nella conferenza stampa, per oltre il 30% degli italiani è il frutto preferito, ma c'è un 50% che non lo ritiene soddisfacente. C'è tanto spazio da conquistare per far diventare la pera un frutto gourmet. Se solo il 10% del 50% di chi si ritiene insoddisfatto riprende i consumi si traduce in un aumento del 30% delle vendite. Mica male come risultato.