28 novembre 2023

Pere, in 12 anni crollata la produzione (-75%)

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Un decennio segnato da una drammatica contrazione delle superfici coltivate e una crescente necessità di innovazione: questo è il quadro dipinto da Alleanza Cooperative Agroalimentari nel corso dell’evento tenutosi oggi al ministero dell’Agricoltura.

Durante l’incontro, presieduto dal sottosegretario Patrizio La Pietra, Ersilia Di Tullio (Nomisma) ha presentato uno studio di Nomisma che analizza la crisi del mercato delle pere in Italia.

Nel 2023, la produzione di pere ha subito un crollo del 75%, attestandosi a 180mila tonnellate rispetto alle 926mila di 12 anni fa. La contrazione delle superfici coltivate a pero è strutturale, con una diminuzione del 35% nel periodo dal 2011 al 2023, pari a circa 15mila ettari persi.

La crisi è concentrata nelle regioni settentrionali, che rappresentano il principale bacino produttivo del paese. Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, che detengono il 74% delle superfici di pero, hanno registrato tutte un netto calo di ettari coltivati, con la sola eccezione del Piemonte.

Cause della crisi: calamità, cambiamenti climatici e insetti

Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta di Alleanza Cooperative, ha attribuito il calo drastico della produzione a una serie di calamità naturali, inclusi eventi climatici estremi e infestazioni di insetti. Dal 2019, la cimice asiatica, gelate tardive nel 2021, siccità nel 2022 e nuove gelate e danni da alluvione nel 2023 hanno gravemente compromesso la produzione.

Al calo della produzione si è aggiunto anche un progressivo calo dei prezzi per via del deterioramento qualitativo. “Le rese produttive – ha detto Ersilia Di Tullio – sono passate da una media nazionale di 20,6 tonnellate per ettaro del 2022 alle 7,5 di quest’anno”.

L’aumento delle importazioni contribuisce ulteriormente alla crisi, con la produzione europea in contrazione del 12,2% dal 2020 al 2022 e una crescita esponenziale delle importazioni da paesi extra-Ue, quali l’Argentina (+13,8% negli ultimi due anni). Il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Carlo Piccinini, ha sottolineato il rischio di ricorrere sempre più alle importazioni, mettendo in discussione la sicurezza e la qualità del prodotto.

Impatto su occupazione ed economia: Ferrara e Modena le più colpite

Le province di Ferrara e Modena sono le più colpite, con una mancanza di prodotto rispettivamente dell’80% e del 60%. Adriano Aldovrandi, presidente di UNAPera e del Consorzio Opera, ha evidenziato l’impatto devastante della crisi sulle aziende agricole, minacciando redditi e occupazione in queste regioni.

Interventi governativi e sfide per il rilancio del settore

Il ministero dell’Agricoltura ha stanziato 10 milioni per sostenere il comparto, ma secondo Vernocchi questo è solo un primo passo insufficiente a coprire le perdite. Le aziende agricole hanno richiesto nuovi interventi nel 2024 per affrontare la situazione.

“Sulla base delle nostre stime – ha precisato Vernocchi – l’indennizzo per ogni produttore sarebbe pari a meno di 1.000 euro per ettaro, una cifra che non coprirebbe neanche il forte incremento dei costi di produzione, che quest’anno è stato di circa 5.000 euro per ettaro. Oggi coltivare un ettaro di pero costa più di 20mila euro”.

Per rilanciare la pericoltura, Alleanza Cooperative Agroalimentari suggerisce l’adozione di tecniche di coltivazione innovative, come nuovi innesti, reti anti-grandine e sistemi di irrigazione avanzati. Vernocchi, però, ha sottolineato l’urgenza di un sostegno economico immediato per le aziende agricole, considerando il forte incremento dei costi di produzione.

Dal canto suo, il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, ha evidenziato l’impegno del Governo nel sostenere il settore ortofrutticolo, con fondi destinati tramite il decreto ministeriale Masaf e la legge di Bilancio 2024. Ma La Pietra ha anche riconosciuto la necessità di interventi mirati per affrontare le sfide immediate e garantire liquidità alle imprese del settore.

Fonte: Alleanza Cooperative Agroalimentari

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