02 febbraio 2023

Pere, mele e fotovoltaico per la coop Lungadige

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Oggi si presenta come Lungadige l’ex Coap (Cooperativa ortofrutticola Alto Polesine) che ha cambiato nome e ampliato le sue attività. Il cuore resta la produzione di mele, pere e un po' di pesche e kiwi che vendono soprattutto all'estero, ma gli imprenditori veneti, la sede è a Badia Polesine, sono pronti a produrre energia pulita (grazie a un finanziamento del Pnrr), investire sull'idroponica per la coltivazione di fragole e piccoli frutti e sulla biodiversità con la collocazione delle arnie nei campi.

Il fotovoltaico per abbattere le bollette

Il senso dell'investimento e del nuovo orientamento sulla sostenibilità viene spiegato a myfruit.it dal presidente Luciano Dacome: “In questi giorni ci hanno comunicato il finanziamento, abbiamo partecipato al bando agrisolare del Pnrr, per collocare l'impianto fotovoltaico da 500 kW su una parte del tetto aziendale“.

Uno strumento per difendere il bilancio dall'aggressione del caro energia: “Per fortuna abbiamo avuto questa opportunità visto i prezzi energetici. L'utilizzo sarà quasi completamente interno per la conservazione della frutta. Si tratta di un impianto posizionato lungo l'asse est-ovest che ci permette di spalmare su più ore l'energia trasformata”.

Come si legge anche nel sito internet uno dei prossimi obiettivi sarà quello di lanciare “la coltivazione di fragole e piccoli frutti fuori suolo, con l'idroponica. Meno parassiti, meno pesiticidi, meno acqua, più prodotto di qualità”. E infine coinvolgere gli apicoltori per collocare delle arnie in frutteto. In questo modo si avrà maggiore impollinazione, stabilità di raccolto, lotta integrata e miele.

Con la guerra si sente la concorrenza di Polonia e Romania su mele e pere

Sguardo positivo sul futuro ma il presente è duro. Oltre i costi per l'energia il presidente sottolinea quelli della guerra: “Il fresco soffre meno, ma il prezzo del prodotto da industria è sotto i costi di produzione. Con l'embargo al mercato russo non esportiamo più le pere Abate e soffriamo la concorrenza dei polacchi e dei romeni che abbassano i prezzi e godono di una maggiore vicinanza agli stabilimenti tedeschi”. Mele e pere dell'Adige vengono trasformate in omogeneizzati, succhi, purè ed altri prodotti industriali.

Sul fresco si sente il fiato sul collo del Sudafrica: “A marzo ci sono le loro pere e la loro concorrenza. Si parla tanto di sostenibilità e poi si fanno partire le navi cariche di pere. E' necessaria una riflessione sul tema”.

Una produzione da 170mila quintali

La realtà di Lungadige, aderisce al Consorzio ortofrutticolo Padano, è  interessante anche per i numeri come spiega a myfruit.it il direttore vendite Andrea Sordo: “Abbiamo 170 mila quintali di frutta commercializzata con 70mila da consumo fresco e 100mila per l'industria. Con il fresco serviamo supermercati italiani e Gdo, ma il 70% è destinato all'esportazione“. In tutto il mondo: Brasile, Egitto, Emirati Arabi, Sri Lanka, India e Sud America. “Il consumo da industria vede questa destinazione: 40% in Italia e 60% soprattutto per Germania e Spagna“. Una realtà vocata all'export.

Per quanto riguarda la produzione si ha il 60% di mele, 30% di pere e la quota restante si divide tra kiwi e pesche. Le varietà di mele? Granny Smith, Golden Delicious, Imperatore, Gala, Story Inored mentre per le pere  Kaiser, Max Red Bartlett, Conference e l'emiliana Morettini.

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