Per la pesca di Verona Igp la Gdo c’è. Parola di Alessandro Mion, consigliere di Migros, e Antonio Troiani, responsabile commerciale del Gruppo Rossetto, che venerdì scorso hanno partecipato all’incontro di Bussolengo “Pesca di Verona Igp, un valore per il territorio. Il tempo del fare”, organizzato dal gruppo produttori.
Il test: in un mese vendute 26,8 tonnellate in un supermercato
Un’esperienza dai campi agli scaffali dei supermercati da ripetere per gli uomini delle due insegne e molto interessante nei numeri per Salvo Garipoli, direttore SGMarketing e moderatore dell’incontro, che ha sottolineato come: “In un mese si sono vendute 26,8 tonnellate in un solo supermercato, parliamo di 216 colli al giorno. Volumi che si vendono in una campagna completa, qui in soli 30 giorni”.
Rossetto vuole vendere la pesca di Verona anche in Emilia Romagna
Sulle quantità nel senso anche di continuità si sono soffermati i due rappresentanti delle insegne venete. Antonio Troiani per Rossetto: “Abbiamo dato massima visibilità al prodotto, ci abbiamo creduto e la clientela ha risposto bene. Peccato sia durato poco. Vogliamo proporre la pesca anche in Emilia Romagna”.
Conferma e rilancio: “Ci sono aree di miglioramento, ma possiamo parlare di una qualità vicina a quella pugliese. In passato si è sbagliato per pezzatura piccola, qualità mediocre e troppa produzione”.
Conferma anche Migros
Cosa manca oggi alla pesca di Verona Igp? “Ci aspettiamo prodotto per un periodo più lungo di tempo – sottolinea Alessandro Mion – Siamo di Verona e il cliente si aspetta di trovare il prodotto locale che noi vogliamo portare fuori dal nostro territorio”. Finale poetico ma di sostanza: “Vogliamo rivedere le fioriture rosa in gran quantità, come un tempo”.
Ritorno al passato per vincere il futuro
Salvo Garipoli fa un passo indietro, riavvolge la pellicola fino agli anni ’30 del secolo scorso commentando i cartelloni pubblicitari della mostra delle pesche di Verona quando la vendita si legava alle escursioni del territorio. “C’era già il turismo nella strategia commerciale”. Chiaro riferimento alla filosofia del sistema enologico dove il prodotto promuove e valorizza il territorio.
Su cosa puntare? Stagionalità, qualità organolettica, massa critica, freschezza e legame con il territorio. C’è fiducia pur con l’evidenza del calo dei volumi. Garipoli ha ricordato come pesche e nettarine rappresentano ancora il 10% del fatturato del reparto ortofrutta. Nonostante l’inflazione il consumatore è sempre più attento alla convenienza intesa come rapporto qualità prezzo ovvero se la frutta è buona se ne può anche comprare di meno ma si è disposti a spendere di più.
Nicola Conterno, responsabile tecnico e vegetali CSQA, ha dato indicazioni alla platea sul processo di certificazione, sulle regole da seguire e sull’importanza del disciplinare. Infine Giovanni Mancinelli della direzione agroalimentare della Regione Veneto ha fatto il riepilogo degli interventi istituzionali a favore del settore. Anche la politica c’è.