È un tema molto attuale, per Bennet, quello della sostenibilità. Tanto che, come ci ha spiegato Simone Pescatore, direttore Marketing e Comunicazione, l'azienda ha intrapreso, nel corso del 2019, un progetto in collaborazione con Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università Cattolica di Milano.
Nel merito, si tratta di un percorso consapevole e strutturato che porterà l’azienda nella primavera del 2020 a pubblicare il primo bilancio volontario di sostenibilità. Non solo: il percorso avviato darà vita alla strategia di sostenibilità per il biennio 2020 – 2022, che vede come pilastro principale l’impegno dell’azienda a ridurre il proprio impatto sull’ambiente attraverso un utilizzo efficiente dell’energia, adottando soluzioni che ne consentano un minor consumo, ricercando imballaggi eco-sostenibili e approntando azioni di lotta allo spreco per generare meno rifiuti. Inoltre, verrà posta sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti, con la scelta di materie prime selezionate, informazioni dettagliate sugli imballaggi e la collaborazione con fornitori selezionati secondo criteri di sostenibilità. La strategia si completa infine con la valorizzazione delle persone, la creazione di servizi innovativi per il cliente, l’impegno per il benessere e la formazione dei dipendenti e lo sviluppo di rapporti sempre più responsabili verso le comunità locali.
Imballaggio sostenibile e ortofrutta, un tema complesso
«Bennet – racconta Pescatore – dal 2018 è sensibile al tema dell’imballo sostenibile nel reparto ortofrutta. Da allora sono iniziati gli studi di fattibilità che stanno cominciando ora a dare i primi risultati. Ai fornitori (del prodotto a marchio e non) è infatti stata chiesta la fattibilità del confezionamento in imballaggi di carta, cartoncino e plastica. Per quest’ultima in mono materiale: poli-etilene (P); polipropilene (PP), polietilene tereftalato (PET) che può essere riciclato all’infinito, acido polilattico (PLA) smaltibile nell’umido».
Il tema dell’imballaggio sostenibile riciclabile, ha fatto notare il manager, è però un tema complesso, perché occorre valutare la shelf life del prodotto, le sue caratteristiche organolettiche, la conservazione in frigorifero e molti altri fattori: «Ogni singolo frutto o vegetale – ha puntualizzato – ha particolarità specifiche e pertanto è necessario studiare i materiali idonei e le soluzioni tecniche di conservazione e confezionamento peculiari. Per tali ragioni, quindi, le linee di confezionamento devono essere adeguate al tipo di alimento, alle modalità di vendita: i tempi di realizzazione o trasformazione degli impianti non sono sempre brevi».
Vi sono però esempi di ottima riuscita di imballaggio eco-sostenibile, come quello predisposto per i pomodorini, ossia un vassoio di carta con rivestimento in PLA, quest’ultimo smaltibile nell’umido. «Bennet – prosegue il manager – sta lavorando ad analoghi progetti, per esempio sulle fragole che saranno messe in vendita in primavera. Pensiamo che nel 2021 potremmo avere una politica chiara e ben definita per la sostenibilità degli imballaggi, sfruttando gli avanzamenti tecnologici e le conoscenze a disposizione». Dunque un lavoro importante, che si completerà con un altro step necessario: «l’azienda mira a fornire al cliente finale indicazioni chiare e precise sul corretto smaltimento degli imballi».
Il risparmio energetico è una priorità
In tema di risparmio energetico, Pescatore ha esordito: «l’attenzione all’ambiente, la regolamentazione stringente e la necessità di abbattere i costi per fare efficienza energetica sono una priorità nella strategia di sostenibilità di Bennet». Per tale motivo l’azienda si muove in due direzioni: da un lato compra al meglio l’energia elettrica ed il gas, dall’altro progetta e gestisce nel tempo un efficientamento energetico capace di ridurre i consumi. «Impianti ben gestiti permettono la diminuzione dei costi e contribuiscono a migliorare la competitività dell’azienda. Ed infatti Bennet è stata tra le prime aziende del settore a sviluppare e ad adottare impianti con utilizzo di fluido refrigerante naturale CO2, a minore effetto serra».
I risparmi energetici hanno coinvolto gli impianti di climatizzazione, in particolar modo le centrali frigorifere, di riscaldamento, di refrigerazione (con le chiusure dei banchi frigo o la loro modernizzazione), di illuminazione con l’introduzione di Led. Una strategia che ha portato dal 2010 al 2018 (i dati 2019 non ancora disponibili) ha una riduzione di energia elettrica pari al -20% e di gas metano pari al -18%, il che equivale a una riduzione dell’emissione di CO2 in atmosfera del 28%, ossia una riduzione totale della CO2 emessa pari a 23.752 tonnellate (il che equivale alle emissioni prodotte da 19.000 auto che percorrono 10.000 km all’anno).
Logistica efficiente, Bennet punta sul groupage e sulle cassette CPR
Bennet ha intrapreso azioni interessanti anche in tema di logistica e trasporti: «la logistica – ha spiegato Pescatore – ha ottimizzato nel corso degli anni i trasporti massimizzando volumi ed imballi attraverso procedure di groupage. Il trasporto è stato razionalizzato e sono stati scelti mezzi più efficienti con maggiori posti pallet (36 rispetto ai 33 consueti). La flotta è in costante rinnovo con l’introduzione di automezzi a metano Euro 6 che contribuiscono ad un minore consumo di carburante». Inoltre, il deposito merci alimentari di Origgio ha sostituito il suo vecchio impianto di illuminazione con uno nuovo a Led nel 2019. Nel corso del 2020 questa operazione verrà realizzata anche per il deposito merci non food di Tortona.
«Ma il fiore all’occhiello della logistica – ha proseguito – è l’utilizzo delle cassette CPR riutilizzabili per il trasporto e la consegna dei prodotti alimentari ed ittici. L’uso di queste cassette ha un importante impatto in termini di sostenibilità che è stato oggetto di studi da parte del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna. Nei 10 anni analizzati dall’Università (2008 – 2018) l’utilizzo delle cassette CPR ha permesso di risparmiare + di 73.000 tonnellate di CO2 equivalente rispetto all’uso delle cassette in plastica a perdere e + di 27.000 tonnellate di CO2 equivalenti rispetto alle cassette in cartone».
Biologico, Bennet firma la linea Bennet Bio
Sul tema della qualità dei prodotti, per Bennet è da sempre importante proporre ai propri clienti prodotti biologici, con un riguardo particolare ai prodotti ortofrutta tanto che, già nel 2015, ha conseguito la certificazione con BioAgriCert per la commercializzazione di frutta e verdura bio.
«Bennet Bio – ha spiegato Pescatore – è la nostra linea di prodotti biologici che risponde all’esigenza di un consumatore sempre più attento alla salute e all’ambiente. L'azienda offre un ampio assortimento di prodotti biologici a proprio marchio attentamente selezionati e prodotti da aziende certificate biologico». Infine, nell'ottica del bio e della riduzione dell'utilizzo della plastica, vi sono un paio di interessanti iniziative di Bennet, che esulano però dal reparto ortofrutta. Si tratta di Bennet Cosmesi Naturale Bio – una linea di prodotti certificati “Bios-Natur Cosmetis” che garantisce l’utilizzo di prodotti di origine naturale e biologica (mandorla, avena, timo, lino) – e l‘installazione di distributori d’acqua nelle zone ristoro degli uffici di Montano Lucino, ossia un'iniziativa che permetterà di risparmiare in Bennet oltre 21.000 bottigliette in plastica ogni anno, evitando di emettere 5,6 tonnellate di CO2, le quali equivalgono, ad esempio, a percorrere 20.331 km con un’utilitaria.