Sul fronte pesche e nettarine l’offerta del Vecchio Continente per la campagna 2022 è in ripresa rispetto allo scorso anno, ma comunque al di sotto delle potenzialità.
E l'Italia viaggia sulla stessa linea europea fin dall’esordio di maggio, con prezzi ai produttori attestati su livelli più alti rispetto agli anni precedenti. Sono le conclusioni tratte dal report di Ismea, il quale sottolinea: “Per il prosieguo della stagione è lecito un fisiologico calo dei prezzi all’origine e al dettaglio, ma le quotazioni si confermeranno comunque in aumento rispetto agli anni precedenti”.
Una campagna in cui il grande assente è stato il prodotto estero, spagnolo in particolare: “I flussi di prodotto in entrata dovrebbero ridimensionarsi rispetto al passato – sottolinea Ismea – mentre i quantitativi esportati risulteranno superiori a quelli degli ultimi due anni”.
La produzione italiana
Sul fronte della produzione il Cso Italy indica per l’Italia un’offerta 2022 valutata in circa 1,1 milioni di tonnellate, di cui 537mila nettarine, 469mila pesche e 75mila percoche.
Ad aver limitato l’offerta sono la siccità e l’ondata di caldo anomalo che hanno interessato il Paese fin da maggio, i quali hanno determinato calibri mediamente inferiori a quelli riscontrabili in un’annata ordinaria. Ma la qualità dei frutti è eccellente, sia in termini di caratteristiche organolettiche (grado Brix), sia in termini di tenuta del prodotto.
La prima parte della campagna è stata caratterizzata da un’offerta limitata e da prezzi all’origine molto alti che si sono attestati su livelli superiori sia al 2021 sia al prezzo medio del triennio 2019/21. A parte qualche rara eccezione, l’incremento dei prezzi era già evidente a maggio e si è progressivamente accentuato con l’avanzare della campagna di raccolta e commercializzazione. Le previsioni lasciano pensare che anche nel prosieguo della campagna 2022 non vi saranno scossoni di mercato, i prezzi sono destinati a mantenersi su valori molto elevati.
Sul fronte dei costi, l’attuale campagna di pesche e nettarine è stata condizionata dall'aumento dei prezzi dei fattori di produzione e in particolare di quelli dei concimi e dei prodotti energetici, in particolare diesel agricolo ed energia elettrica.
I prezzi all'origine non deludono
Prendendo in esame le prime due settimane di luglio 2022, per le pesche a polpa gialla il prezzo all'origine si è attestato a circa 0,90 euro/kg. Su base annua si registra un incremento del 35% mentre rispetto al prezzo medio delle prime due settimane di luglio nel triennio 2019-2021 il rincaro sfiora il 60 per cento.
Bene anche le pesche a polpa bianca: il prezzo all'origine si è attestato a circa 0,95 euro/kg. Su base annua si registra un incremento del 50% mentre rispetto al triennio 2019/21 l'aumento è del 70 per cento.
Cresce anche il prezzo delle nettarine a polpa gialla – che si è attestato a 0,98 euro/kg: +19% su base annua, +45% rispetto al triennio 2019/21 – e di quelle a polpa bianca – pari a circa 1,04 euro/kg, e in aumento del 44% rispetto al 2021 e del 55% se confrontato con il triennio di riferimento.
Infine le pesche piatte a polpa bianca: il prezzo si è attestato a 1,04 euro/kg, +52% rispetto all'anno precedente e una variazione del 54% sul nel triennio 2019/21.
Le vendite al dettaglio
I dati delle vendite al dettaglio nei negozi della Gdo riferiti al periodo gennaio-giugno 2022 e al prodotto confezionato evidenziano la crescita della spesa per l’acquisto di pesche sia rispetto al 2021 (+28%) sia rispetto al 2020 (+6%).
Tale crescita è determinata dall’aumento del prezzo medio al dettaglio (+23% sul 2021). Più contenuto l'incremento in termini di volumi, +4 per cento.
Secondo i dati Ismea Nielsen, gli acquisti di pesche rappresentano circa il 70% e quelli di nettarine il restante 30%, mentre la quota di prodotto confezionato rappresenta solo un quinto delle vendite complessive: ma si tratta di un dato in progressivo aumento.
Infine si evidenzia l’elevata stagionalità dei consumi: il 98% degli acquisti si concentra tra giugno e settembre.
Gli scambi con l'estero
In Italia, da qualche anno, si assiste al progressivo assottigliamento delle esportazioni e all’aumento delle importazioni, soprattutto di prodotto spagnolo precocissimo e precoce. Ma quest'anno è andata diversamente: complici le gelate, le quantità esportate di pesche e nettarine (97 milioni di chilogrammi) sono le stesse di quelle importate.
E pertanto, nonostante la limitata offerta dell’Italia, il contesto produttivo europeo, caratterizzato dalla scarsità di prodotto spagnolo, offre ampi sbocchi sui mercati europei tradizionali.
Intanto, i prezzi all’origine si sono attestati su livelli elevati e in queste settimane i mercati europei riconoscono anche qualche centesimo in più rispetto al mercato interno condizionato dalla crisi dei consumi. Insomma, per il 2022 sono dunque ottimistiche le previsioni circa il saldo della bilancia commerciale.