È un argomento delicato quello che riguarda pesche e nettarine, visto i pessimi risultati degli ultimi anni. Quest’anno c’è qualche segnale che lascia presagire un cauto ottimismo. A fare il punto è Giancarlo Minguzzi, presidente della OP Minguzzi di Alfonsine (RA) e di Fruitimprese Emilia Romagna, l’associazione che riunisce le grandi imprese private commerciali dell’ortofrutta della regione.
La campagna di pesche e nettarine, così come quella delle albicocche, è iniziata quest’anno con 10 giorni di anticipo in tutta Italia e non sembra esserci una sovrapposizione commerciale tra Nord e Sud: “Il Sud Italia – avendo iniziato già dai primi di maggio in alcune zone delle Puglie – si trova già al 50% del raccolto e sono mancati fino al 25% dei frutti. La Romagna ha da pochi giorni incominciato la raccolta e al momento il mercato sia nazionale che europeo non è intasato, poiché alcune zone della Spagna (Murcia) stanno producendo quantitativi al di sotto della media. Questo ci fa pensare che il prosieguo dell’estate dovrebbe finalmente premiare la frutta estiva” afferma Minguzzi in una nota.
Non manca però un monito sul fronte della qualità e sul rinnovo varietale, temi che il presidente di Fruitimprese Emilia Romagna sottolinea sempre con forza. “La qualità però dovrà sempre differenziarci e occorre continuare ad abbandonare quelle varietà di scarsa qualità, che rischiano di ledere la reputazione della pesca emiliano romagnola. Occorre fare i conti anche con il continuo calo di consumi di pesche e nettarine, a favore comunque di susine e albicocche, ma anche di queste occorre fare una rigida selezione a monte della qualità. Ad esempio sulle albicocche – un frutto sempre più apprezzato in particolare tra i giovani per la facilità con cui si può mangiare – serve un cambio di passo. Bisogna abbandonare le varietà produttive ma di scarsa qualità e puntare invece sulle tipologie più buone. Solo proponendo frutta buona si può sperare di invertire il trend del calo dei consumi”.