Pesche e nettarine, croce e delizia della campagna estiva. Più croce che delizia a dire il vero dopo l’annus horribilis targato 2014. Le aspettative di quest’anno, quindi, si fanno quasi febbrili. La campagna era partita abbastanza bene a inizio giugno, complice il bel tempo sia in Italia che in Europa, poi una battuta di arresto con il momentaneo calo delle temperature. Ed ora? «In questo momento, nonostante il caldo e spedizioni discrete anche in Europa, i prezzi sono soffocati perché l’offerta è notevole e la domanda non è in grado di assorbirla» commenta a myfruit Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (RA).
«La grande distribuzione riesce a strappare prezzi bassi perché c’è troppa offerta. Aspetto non facile da analizzare perché non tutto in Italia si riesce a controllare da questo punto di vista. Quindi, evidentemente, i quantitativi a disposizione sono maggiori di quello che noi pensiamo». Fino a circa il 25 luglio, finché le tante produzioni del Sud Italia saranno presenti sul mercato, continua Minguzzi, i prezzi non saliranno. «In questo momento, in media, il prezzo pagato agli agricoltori non supera i 35 centesimi al chilo, quindi siamo sotto il costo di produzione».
L’auspicio di Minguzzi, se le condizioni meteo rimarranno quelle attuali, è di un lento miglioramento nel proseguo della campagna dal punto di vista dei prezzi. Ma il troppo caldo di quest’ultimo periodo può rappresentare, quasi in maniera paradossale, un problema per le vendite di pesche e nettarine, a causa delle difficoltà che la canicola comporta alla conservazione e alle vendite? «No, non è un problema. Va benissimo così. Non cominciamo a lamentarci anche per il troppo caldo altrimenti rischiamo di farci ridere dietro». I problemi, insomma, e sicuramente ci sono, e non da quest’anno, sono altri.