29 aprile 2016

Pesche e nettarine. Per ora nessuna stima produttiva

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Per ora niente stime produttive per pesche e nettarine. È la decisione che arriva da Perpignan, dove si è svolto Europech, l’annuale convegno che fa il punto della situazione sulla produzione europea di albicocche (vedi qui), pesche, nettarine e percoche.

La decisione è stata presa congiuntamente degli esponenti di Italia, Spagna, Francia e Grecia. Il motivo:

l’instabilità del clima, le gelate e le grandinate che stanno interessando in questo momento i diversi Paesi, con previsioni meteo che al momento non accennano a stabilizzarsi”

si legge nella nota diffusa dal CSO ITALY presente all’incontro con il suo direttore Elisa Macchi. L’incertezza riguarda soprattutto le varietà tardive, mentre su quelle medie e precoci qualche stima c’è. Per avere un quadro completo bisognerà aspettare la fine di maggio. “Posso affermare comunque – continua Elisa Macchi – che dalle prime indicazioni emerse la produzione è inferiore al 2015 ed anche alla media degli ultimi 5 anni”.

Sul fronte delle superfici, a livello europeo, c’è un lieve calo, soprattutto nel Nord Italia, in Francia e in Grecia.

Solo la Spagna vede una stabilità degli investimenti o addirittura un leggero aumento, ma ad un ritmo che rimane lontano dal trend dell’ultimo decennio”. In aumento, invece, gli impianti di percoche in Grecia, Italia e Spagna. “Dopo un decennio difficile, il calo della produzione europea ha contribuito a riequilibrare il mercato; in un contesto di crisi dei prodotti freschi, le percoche, principalmente destinate all’industria, ritornano ad essere interessanti per i produttori”.

L’andamento climatico, quindi, è la causa dell’incertezza e della cautela in questo momento nel fare stime che potrebbero poi cambiare nel breve. Già durante lo scorso autunno e in inverno, d’altronde, le temperature medie sono state al di sopra del normale. Qui di seguito l’analisi diffusa dal CSO ITALY:

Nel mese di gennaio e febbraio diverse gelate hanno colpito le aree più precoci, che erano ai primi stadi vegetativi (fioritura o presenza di piccoli frutti). Dalla metà di febbraio le temperature sono ritornate nella media, o leggermente al di sotto. La fioritura delle varietà precoci evidenziava un significativo anticipo rispetto alla norma (circa un mese sul 2015)  presentando, in alcune aree, qualche danno da gelo per queste cultivar. Al contrario, per le varietà medie e tardive si è verificato un allungamento della fioritura fino a 3/4 settimane, contro le 2 abituali. Si riduce quindi l’anticipo che inizialmente era stato notato in fioritura ed attualmente appare una notevole eterogeneità tra gli impianti con la presenza di diverse  fasi vegetative in contemporanea (ancora in fioritura, in allegagione o in differenziazione). Le ultime indicazioni emerse, in relazione al recente ritorno di freddo, lasciano presagire un calendario produttivo simile al 2015″.

Qualche stima più affidabile, invece, è possibile farla per le regioni più precoci come Andalusia, Murcia, Valencia e l’area del Sud-Italia

Anche se al momento non si è in grado di fornire le consuete stime, per i molteplici problemi climatici delle ultime settimane, le condizioni attuali delineano un quadro produttivo europeo che sembra non raggiungere il potenziale produttivo, potrebbe presentare a livello globale un lieve calo sul 2015, in diminuzione anche rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Per le Regioni dell’Italia meridionale (Basilicata, Campania, Puglia, Calabria) dov’è stato possibile effettuare una prima stima,  si denota un calo del 7% rispetto al 2015 per pesche e nettarine (in flessione del 6% sulla media 2010/2014), mentre per le percoche la diminuzione è dell’1% sul 2015 e +1% rispetto alla media considerata. Nel sud della Spagna (Andalusia, Murcia, Valencia) le varietà precoci, che erano in anticipo, sono state interessate da danni da gelo che ne hanno limitato la produzione. L’offerta di pesche, nettarine e pesche piatte dovrebbe essere inferiore del 12% rispetto allo scorso anno, ma superiore del 27%  se paragonata alla media grazie ai quantitativi delle pesche piatte che sono raddoppiati rispetto alla media 2010/2014. Per le percoche il calo è del 9% sul 2015 e del 17% rispetto alla media.

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