Nonostante un inverno mite, come d’altronde quello dell’anno scorso, e una fioritura difficoltosa a causa delle piogge e di leggere gelate, le stime produttive su pesche e nettarine non sembrano al momento negative. È quanto emerge dal convegno Europech che si è concluso giovedì 23 aprile a Perpignan. Al momento è presente un ritardo di maturazione rispetto al 2014 nell’ordine di 7-10 giorni, ma l’andamento climatico dei prossimi mesi nei bacini produttivi europei potrebbe portare ad un rapido recupero della situazione.
La stima a livello europeo è di 3,7 milioni di tonnellate complessive di pesche, percoche e nettarine (+1% rispetto al 2014 – +3% rispetto al periodo 2009-2013). Produzioni quindi stimate vicine al potenziale produttivo al momento, con variazioni che dipendono dall’andamento delle superfici in piena produzione, che risultano in aumento nel Nord della Spagna mentre sono in flessione in Francia e Nord-Italia.
Pesche
L’offerta di pesche da consumo fresco in Europa dovrebbe attestarsi complessivamente su 1,5 milioni di tonnellate pari a +3% sul 2014, con una diminuzione del 7% rispetto alla media 2009-2013 per le pesche tonde, ma invece una grande aumento per le pesche piatte (+230%). Quest’ultimo dato è giustificato dal grande incremento produttivo di pesche piatte da parte della Spagna in atto già da alcuni anni. La Spagna registra un +12% rispetto al 2014 grazie all’entrata in produzione degli investimenti effettuati nel periodo 2010-2013, anche se recentemente si assiste ad un rallentamento dei nuovi impianti.
Nettarine
Le produzioni europee di nettarine sono stimate su 1.477.000 tonnellate (-1% sul 2014) e +1% sul periodo 2009/2013. In aumento le produzioni spagnole (+1% sul 2014), in riduzione gli altri Paesi: Italia (-2%), Grecia (-1%), Francia (-7%).
Percoche
Per quanto riguarda le percoche, infine, dopo le continue diminuzioni degli ultimi anni, sembrano stabilizzarsi in Grecia e in Spagna che si confermano i principali Paesi produttivi. Si sottolinea che il ritardo rispetto al 2014 evidenziato in tutte le aree produttive ad oggi rende difficoltosa la valutazione complessiva dell’offerta europea, per cui tali previsioni sono quindi da considerare come una prima stima che sarà rivista e verificata prossimamente dal CSO.