25 maggio 2023

Pesche, il maltempo in Italia inficia le previsioni europee

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Maltempo e siccità mettono in discussione le previsioni sulla campagna 2023 delle pesche europee fin qui elaborate dai paesi produttori europei. “I dati che presentiamo – sottolinea il report Europech – sono ottimistici e non tengono conto degli eventi climatici violenti che stanno interessando l'Italia in primis. I numeri verranno aggiornati intorno a metà giugno”.

Europa tra alluvioni e siccità

“Quest'anno – prosegue il report – non si sono verificate gelate diffuse o grandini, ma sono in corso due eventi climatici i cui effetti a oggi non sono misurabili. Su entrambi i versanti dei Pirenei, nel Roussillon, in Catalogna e in Aragona, la siccità imperversa da più di un anno. Le dighe sono al minimo e sono state imposte limitazioni all'uso dell'acqua. Ulteriori restrizioni potrebbero arrivare nelle prossime settimane mettendo in discussione la sopravvivenza dei frutteti. Nel nord Italia, in Emilia Romagna, nei giorni scorsi le alluvioni hanno sommerso gli appezzamenti e le perdite sono ancora impossibili da valutare”.

Stagione 2022 e 2023 a confronto

Con due milioni e 975mila tonnellate di produzione di pesche, nettarine e pesche piatte, la produzione europea nel 2022 è stata del 13% inferiore alla media 2017-21. A influenzare il mercato europeo è stato il significativo deficit registrato in Catalogna e Aragona (-30% a livello nazionale rispetto alla media degli ultimi cinque anni), due delle aree di produzione più dinamiche in termini di esportazioni in Europa.

Quest'anno, con tutte le riserve fatte in precedenza, la previsione per metà maggio è di tre milioni e 379mila tonnellate cioè il 13% in più rispetto alla produzione del 2022. “Ma – sottolinea ancora il report – tali previsioni dovranno essere riviste al ribasso”.

Italia: -8% sul 2022, non conteggiati i danni dell'alluvione

Dopo un 2021 molto carente, segnato dalle gelate, il 2022 ha presentato un potenziale produttivo normale, vicino all'ottimo con poco più di un milione di tonnellate di pesche, nettarine e pesche piatte.
Quest'anno le gelate hanno colpito leggermente solo alcuni appezzamenti nelle regioni nord Italia, ma da metà maggio precipitazioni di rara intensità hanno interessato l'Italia e soprattutto l'Emilia Romagna.

Molti frutteti sono attualmente allagati: gli effetti di tale disastro non sono stati ancora quantificati e dunque i numeri non ne tengono conto: si stimano poco più di 869mila tonnellate tra pesche e nettarine, -8% rispetto al 2022 e -12% rispetto alla media 2017-21.
Con quasi 64mila tonnellate di pesche, il potenziale produttivo è inferiore del 10% rispetto allo scorso anno e dell'11% rispetto alla media 2017-21.

Spagna: +52%, ma resta l'incognita siccità

Dopo una campagna 2022 in perdita, in seguito alle gelate in Aragona e Catalogna, il 2023 è caratterizzato da una importante siccità che colpisce tutta la Spagna.

Paradossalmente le regioni più meridionali sembrano per il momento le meno colpite, ma l'Aragona e soprattutto la Catalogna potrebbero subire perdite anche molto importanti.

Le previsioni presentate non tengono conto della siccità: il potenziale produttivo di pesche, pesche piatte e nettarine è stimato a un milione e 250mila tonnellate, con un aumento del 52% rispetto al 2022 e dell'8% rispetto alla media 2017-21.

Per le pesche il potenziale produttivo è stimato a 292mila tonnellate, +41% in più rispetto allo scorso anno e -6% rispetto alla media 2017-21.

Francia: campagna vicina all'optimum, preoccupa la situazione irrigua

Dopo due campagne difficili per via delle gelate, il 2022 presenta una produzione di pesche e nettarine stimata in circa 227mila tonnellate e vicino all'optimum: + 1% rispetto al 2022 e + 22% rispetto alla media 2017-2021.


Va tuttavia segnalata la situazione siccitosa nel bacino produttivo del Roussillon, che attualmente subisce restrizioni irrigue: la situazione potrebbe peggiorare e generare perdite.

Grecia: -5% sul 2022

Lo scorso anno la produzione greca è tornata al suo potenziale.

Quest'anno non si registra nessun problema climatico di rilievo, ma il clima altalenante di inizio di aprile e il calo delle superfici coltivate a pesche dovrebbe portare a una produzione complessiva di poco meno di 335mila tonnellate, e cioè del 5% inferiore rispetto allo scorso anno, ma del 16% superiore rispetto alla media 2017-21.

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