20 gennaio 2015

Pesche, nettarine, mele e kiwi. Il punto di Giancarlo Minguzzi

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La campagna 2014 di pesche e nettarine è stata, di fatto, un disastro. I fattori sono diversi e tra questi, Giancarlo Minguzzi, ritorna sul tema del rinnovamento varietale, argomento già caldeggiato dal presidente di Fruitimprese Emilia Romagna in passato e ribadito anche durante l’ultimo convegno peschicolo di Ravenna. “Occorre che quel circa 30% di prodotto di scarsa qualità esca urgentemente dal mercato, attraverso un rinnovamento varietale, poiché questo prodotto riduce l'affezione del consumatore e danneggia il prodotto di qualità”.

Le liquidazioni della passata campagna di pesche, nettarine e susine sta dando pessimi risultati, d’altronde attesi: “le liquidazioni si sono confermate mediamente dai 15 ai 20 centesimi al chilo, con una perdita per ettaro di oltre 4000 euro”. Sicché, continua Minguzzi: “Occorre una sterzata decisa che deve partire dalla produzione avendo come obiettivo la soddisfazione del consumatore”.

Meglio, invece, il discorso per quanto riguarda le albicocche dove, infatti, il rinnovamento varietale con le “carmingo” e altre varietà similari ha dato ottimi risultati. “Buone performance hanno avuto anche quelle varietà di susine che si contraddistinguono con un buon calibro, con un alto grado brix e un'ottima tenuta”.

Sul fronte pere e mele estive i risultati economici sono stati medio-scarsi, mentre per le pere autunnali come l'Abate, partite con prezzi in campagna attorno ai 30 centesimi/kg, le quotazioni ora stanno aumentando e le liquidazioni a fine campagna saranno migliori. Sulle mele invernali, invece, pesa l’embargo russo che ovviamente penalizza gli esportatori, considerando anche che la produzione è stata superiore del 10% rispetto all’anno passato.

Infine, anche per quanto riguarda i kiwi, se la stagione è iniziata con prezzi molto buoni, pari a circa 60/70 centesimi alla produzione, grqzie anche alla mancanza di prodotto d’Oltremare, negli ultimi giorni, invece, si assiste a una riduzione della domanda, causata anche dall'offerta di kiwi dalla Grecia a prezzi più bassi.

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