Campagna decisamente complicata per l'uva da tavola pugliese. Dopo una partenza positiva, con un anticipo di maturazione che faceva ben sperare, l'umidità di agosto ha complicato le cose evidenziando «una fragilità diffusa in quasi tutte le varietà» ci spiega Gino Peviani, amministratore delegato di Peviani Spa, storico gruppo specializzato nell'import ed export di prodotti ortofrutticoli.
«La campagna 2018 è molto complicata perché è stata accompagnata da un clima piovoso e umido che non ha mai dato tregua ma siamo comunque riusciti a gestire le emergenze – spiega Peviani – in sintesi, le quantità sono potenzialmente buone e la qualità piuttosto valida, ma sia l’una che l’altra sono state e saranno influenzate dalle condizioni climatiche visto che l’umidità persiste».
Le difficili condizioni hanno «aggravato i costi di gestione e comportato grande attenzione e tempestività in campo per garantire i programmi a marchio e le esigenze delle catene che esigono valori estremamente bassi di residui chimici».
Peviani è stato uno dei primi gruppi ad orientarsi verso le uve seedless arrivando oggi ad avere un buon potenziale varietale e quantitativo. «L’estero è prevalentemente orientato alle seedless, ma ora anche l’Italia finalmente sta crescendo moltissimo – spiega l'amministratore – siamo certi che il mercato italiano darà spazi sempre più crescenti alle varietà senza semi. Le ragioni non sono legate solo all’assenza di seme, ma anche alle ottime caratteristiche estetiche e organolettiche».
L'azienda continua ad investire molto e con sistematicità sull'innovazione varietale. «Abbiamo in produzione 15 varietà senza semi che commercializziamo e quest’anno abbiamo la possibilità di presentarne un’altra piuttosto sorprendente, inoltre abbiamo due campi sperimentali e abbiamo individuato tre nuove varietà molto interessanti. La scelta è un aspetto delicato, non basta che il prodotto sia buono e bello, la pianta deve essere produttiva, resistente e gestibile con poche manipolazioni. In una parola la varietà deve essere sostenibile».
Peviani è una delle aziende italiane che fanno parte del consorzio Nuvaut che ha sottoscritto un accordo con il Crea, il Consiglio per le ricerca in agricoltura, con l'obiettivo di creare una collaborazione virtuosa per la ricerca, lo sviluppo e il miglioramento delle uve da tavola. «Da questo accordo – conclude Peviani – ci aspettiamo di individuare varietà autoctone in grado di competere con le buone varietà internazionali, sperando che si possa dare vita ad un distretto di produzione che possa caratterizzarsi. Non sarà facile e ci vorrà impegno e pragmatismo per portarlo avanti con professionalità».