Giornata tecnica dedicata alla difesa, alla gestione e alla coltivazione dei piccoli frutti questa mattina a San Michele all'Adige (Trento). L'incontro, che si inserisce nel ricco calendario di eventi organizzati dalla Fondazione Mach, ha chiamato a raccolta presso l'aula magna oltre un centinaio di produttori e tecnici del settore, in presenza e collegati per la diretta streaming, per fare il punto sulle sperimentazioni condotte nell'ambito della difesa verso alcuni insetti, sull'attività di ricerca su fragola in Alto Adige e sull'annata appena trascorsa.
La produzione trentina
Gli ettari coltivati in Trentino ammontano a circa 140 per le fragole, 60 per il lampone, 40 per le more, 60 per il ribes e 150 per il mirtillo, con produzioni che complessivamente raggiungono un totale di circa 15mila tonnellate annue.
Il direttore generale Fem, Mario Del Grosso Destreri, intervenuto in apertura, ha spiegato che l'incontro tecnico di oggi dimostra l'impegno del centro trasferimento tecnologico nel supportare il comparto dei piccoli frutti. Il settore ha avuto uno sviluppo importante negli ultimi anni e contribuisce ad apportare qualità ed eccellenza all'agricoltura trentina. Il direttore ha evidenziato, inoltre, il forte impegno di Fem sul fronte della ricerca scientifica con le attività di miglioramento genetico in primis, ma anche l'importante collaborazione con l'Istituto di Laimburg impegnato nel vicino Alto Adige ad affrontare problematiche simili che affliggono l'agricoltura.
I temi
Durante l'incontro, moderato da Tommaso Pantezzi, responsabile dell'Unità frutticoltura e piccoli frutti del centro trasferimento tecnologico Fem, è stato affrontato il tema del monitoraggio annuale di Drosophila suzukii, che viene svolto per controllare l'evoluzione delle popolazioni e consentire una difesa più efficace delle colture. Si è inoltre visto come il clima, in particolare invernale, influenzi la sua sopravvivenza. Ne deriva che le temperature miti sempre più frequenti degli ultimi anni comportano percentuali di sopravvivenza più elevate durante le prime fasi del ciclo dell'insetto.
Si è parlato poi dei primi due anni di applicazione della lotta biologica al moscerino della frutta, che da oltre dieci anni rappresenta la principale problematica per i piccoli frutti ed il ciliegio. Il rilascio del parassitoide specifico Ganaspis brasiliensis è un processo lungo che prevede di valutare la diffusione e la sua capacità di controllo del fitofago. Come per le altre regioni d'Italia, si prevede la prosecuzione dei lanci per un ulteriore anno in seguito all'autorizzazione ministeriale per il rilascio.
Un altro argomento affrontato sono state le nuove conoscenze sull'antonomo della fragola, un coleottero che oltre a colpire i boccioli fiorali, determina danni anche sui frutti. La Fem è impegnata ad individuare le tecniche di difesa integrata più idonee. Sono state infatti introdotte prove sperimentali utilizzando prodotti ad azione repellente per l'insetto, e soprattutto è stata registrata la presenza di parassitoidi del genere Triaspis in grado di parassitizzare l'antonomo con percentuali elevate.
Durante l'incontro si è parlato della coltivazione della fragola in provincia di Bolzano, che ammonta a 90 ettari, per la maggior parte ancora in suolo. Progressivamente i produttori si stanno orientando alla coltivazione in fuori suolo, più diffusa in Trentino. In Alto Adige, il Centro di Sperimentazione Laimburg sta svolgendo prove per valutare le varietà più adatte agli ambienti di coltivazione alpini e ad una gestione più sostenibile.
Fragole e officinali
Sono state presentate, inoltre, le esperienze di coltivazione della fragola in consociazione con piante officinali che permettono di migliorare gli equilibri del fragoleto e per avere una migliore protezione della coltura, oltre ad una importante valorizzazione territoriale.
Nell'ultima relazione è stato presentato un resoconto della stagione produttiva della fragola in Trentino, in particolare sugli andamenti produttivi, che sembrano essere stati influenzati dal clima particolare della stagione 2022. Accanto alle temperature, anche l'entità della radiazione luminosa, in particolare nella stagione 2022, è stata superiore alla media degli ultimi 10 anni, e quindi anche questo parametro climatico potrebbe avere un ruolo nell'influenzare la fisiologia della pianta e conseguentemente l'andamento delle produzioni.
Fonte: Fondazione Edmund Mach