La categoria dei piccoli frutti, la più performante a livello mondiale, si prepara per la stagione estiva che resta quella durante la quale, in Italia, si registrano i picchi di interesse. Nelle principali zone di produzione (Piemonte, Veneto e Trentino) i danni causati dalle gelate primaverili non avranno un grave impatto sulla disponibilità, per cui i produttori si aspettano un buon raccolto anche grazie all’aumento delle superfici in produzione.
Intanto, anno dopo anno, il settore sta costruendo la destagionalizzazione sia della produzione, sia dei consumi, in uno sforzo che va di pari passo con l’aumento dell'interesse dei consumatori italiani.
E a proposito di consumi…
La domanda è in aumento anche in Italia e la grande distribuzione organizzata reclama ogni giorno maggiore disponibilità di prodotto di origine nazionale: per i lamponi non è lontano l’obiettivo di garantire la fornitura di lampone italiano 12 mesi l’anno, mentre per i mirtilli l’obiettivo sembra più difficile da raggiungere.
Ma questo non preoccupa chi deve portare il prodotto sugli scaffali: i piccoli frutti spingono sulle frontiere italiane e non c'è settimana dell’anno in cui non si possa fare affidamento su prodotti di importazione per coprire le eventuali carenze di prodotto nazionale. Vale a dire, i lamponi da Marocco, Spagna e Portogallo (e occasionalmente dal Messico via aerea), i mirtilli da Marocco, Spagna (in primavera) e Polonia, Perù e Cile (in autunno e inverno).
La produzione di mirtilli raggiungerà presto i 2 milioni di tonnellate a livello globale e i mercati sono già pronti ad assorbirli tutti. In Italia non è ancora stato acceso il turbo in questa categoria: nel Regno Unito i consumi sono cresciuti dell’8% ogni anno negli ultimi 25 anni fino a cumulare un incremento record del 600%. In Italia manca un focus organico sulla categoria: produttori, distributori e Gdo procedono ancora in ordine sparso.
Italia in ordine sparso
Le iniziative sono interessanti ma isolate: la segmentazione di Esselunga (che offre piccoli frutti standard, biologici, premium e a residuo zero), i produttori che offrono linee premium di provenienza italiana (le varietà selezionate di mirtilli e lamponi di Berryway) oppure a residuo zero, i numerosi formati di imballaggio offerti dai packer.
Ma la filiera nazionale ha ancora una carta decisiva da giocare: non è stata ancora messa in campo un’iniziativa seria e organica di promozione della filiera. Se ci fosse un’iniziativa istituzionale di promozione dei consumi della categoria ne beneficerebbero tutti: produttori, confezionatori e grande distribuzione. Ci sono circa 100 milioni di profitti annuali che aspettano solo di essere costruiti e raccolti. Cosa aspettiamo a fare contenti i nostri consumatori?
Ne parleremo il pomeriggio del 10 giugno al webinar di myfruit “Berry trend: il futuro della categoria più accelerativa del reparto”. Per iscriversi cliccare qui.