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17 maggio 2024

Piccoli mercati ortofrutticoli chiudono: da Modica ad Asti

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Si dimezzano, quando va bene, le imprese dei grossisti. Negli ultimi anni un’impennata. Nei mercati ortofrutticoli di provincia restano così pochi imprenditori che le amministrazioni comunali hanno gioco facile per riprendersi le strutture, buttarci sopra qualche milione e sfrattare i commercianti. Per gli usi più originali ed improbabili: il campo da padel, la piscina oppure la bambinopoli, questa l’originale definizione progettuale di una rigenerazione urbana al sud.

Tutto meno che rilancio delle attività primarie, anche se non mancano le eccezioni come a CamaioreAndria, che devono trovare, se ci sono soldi e passione, soluzioni alternative. A Pontedera, per esempio, si propone una tensostruttura.  A Novara chiuso il mercato e sfrattati i grossisti  un imprenditore si è aperto una struttura tutta sua. Questo il processo, ma vediamo gli ultimi casi di chiusura dei mercati storici.

A Modica si chiude dopo 75 anni

Dopo settantacinque anni di attività, il mercato ortofrutticolo di viale Medaglie D’Oro a Modica (Ragusa) si appresta a chiudere definitivamente i battenti. Con soli tre operatori rimasti rispetto ai venti presenti fino a pochi anni fa, il declino del mercato è stato inesorabile.

La destinazione futura dell’area che ospitava il mercato è ancora incerta, ma il progetto attuale – come si legge nella stampa locale – prevede la realizzazione di un’area verde dotata di area attrezzata per bambini. La bambinopoli, così l’hanno chiamata. Un intervento possibile grazie a un finanziamento di rigenerazione urbana finanziato con 800mila euro.

Il progetto però non piace a tutti e pone degli interrogativi e dubbi nonostante la crisi del comparto ortofrutticolo non si conosce, infatti,  la destinazione degli ultimi tre operatori e il mercato rappresentava non solo un luogo di lavoro ma pure un punto di incontro e scambio sociale.

Chiude anche Asti: da 34 a 13 operatori in 3 anni

Il Comune venderà l’immobile che ha ospitato il mercato ortofrutticolo. Anche qui i numeri sono impietosi. Li ha diffusi  in consiglio comunale l’assessore al commercio Mario Bovino: “Nel 2020 il mercato ospitava 34 operatori, mentre oggi sono solo 13 di cui 7 annuali (che si presentano tutti i mercoledì e sabato) e altri 6 periodici. Un calo di oltre il 50% perché i cittadini non vanno più a comprare in quel luogo”.

La situazione è chiara. Anche qui il declino è evidente, ma a leggere le cronache locali manca l’indicazione di un percorso che permetta di far riprendere l’attività a chi non vuole desistere. L’opposizione con il consigliere Mario Malandrone ha sottolineato come il mercato ortofrutticolo rappresenti l’unico spazio pubblico destinato ai piccoli produttori agricoli, in particolare i produttori di frutta e verdura. “Gli agricoltori – ha sottolineato Malandrone – esprimono preoccupazione”. Insomma è un canale di vendita per chi resiste in campagna.

Eppure questo mercato è stato aperto nel 2015, una struttura nuova accolto con entusiasmo come si legge in una cronaca di nove anni fa sulla Gazzetta di Asti: “Presto verranno messi a bando altri tre lotti, per raggiungere una massa critica sufficiente di operatori e speriamo che le associazioni agricole ci aiutino a studiare anche un piano di comunicazione per far conoscere anche fuori Asti questa originale filiera che unisce produttori agricoli, commercianti e consumatori”. Erano le parole del sindaco Fabrizio Brignolo.

A Pontedera sfratto, ruspe e nuova piscina

Anche a Pontedera (Pisa) gli ultimi operatori hanno cercato di difendere il mercato ortofrutticolo all’ingrosso di via Pacinotti. Myfruit.it ne ha scritto nei mesi scorsi. .Arriveranno le ruspe e si costruirà una piscina. Eppure nei primi anni 2000 furono presentati progetti per costruire un nuovo mercato. Ma nel frattempo il lavoro nei 7-8 magazzini è andato calando, gli amministratori locali hanno lasciato perdere e nel settembre 2022 è arrivata la prima comunicazione ufficiale alla Cooperativa Mercato per la rescissione del contratto di affitto da parte del Comune.

Mario Becuzzi è arrivato alla soglia dei 90 anni nel mercato e ha raccontato alla Nazione la storia del sito, oggi restano tre magazzini, e sottolineato: “Ma oggi ci sono sempre piccole e medie aziende come supermercati, ristoranti, pasticcerie eccetera che hanno bisogno di noi”. Il sindaco ha promesso un’alternativa. Ma il destino  del vecchio sito è segnato come in tante altre città di provincia.   Il valore immobiliare, anche a Trieste l’amministrazione ambisce a convertire l’edificio a poca distanza dal mare, fa gola e si vuole investire sui servizi. Non è più tempo di mercato ortofrutticolo.

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