03 febbraio 2015

Pinoli, ora c’è anche il pericolo criminalità

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La produzione di pinoli cala drasticamente e l’interesse della malavita per questo frutto cresce esponenzialmente. A denunciarlo, nei giorni scorsi, è stato il quotidiano “La Stampa”, che rileva come negli ultimi tempi si siano moltiplicati, in diverse zone d’Italia, gli eventi criminosi volti ad accaparrarsi in modo illecito quantitativi più o meno consistenti di pinoli. Si va dal tentato furto di fine gennaio in un supermercato di Perugia, dove un romeno è stato bloccato dalle forze dell’ordine con 30 bustine di pinoli per un valore commerciale di circa 200 euro, al maxi furto da 7 tonnellate di pinoli, per un valore commerciale di circa 400 mila euro, subito dall’azienda ligure Noberasco alcune settimane fa. E questi solo due esempi di episodi che si stanno ripetendo con sempre maggiore frequenza. “È successo – scrive il quotidiano torinese – che le quotazioni del pinolo negli ultimi due-tre anni sono letteralmente impazzite, arrivando a toccare i 47 euro al chilo all’ingrosso. Per una serie di ragioni: un parassita che ha colpito i pini domestici italiani e di altre aree del Mediterraneo, dove viene prodotto il seme più pregiato. E poi per le bizzarrie del clima che hanno bloccato la maturazione delle pigne. Comunque, il fatto è che la produzione mondiale si è dimezzata in una stagione: 18.405 tonnellate nel 2012 rispetto alle 34.445 dell’anno precedente. Mentre la domanda, tra pesto e dolciumi, resta elevata. L’Italia da sola ne consuma oltre 1000 tonnellate. Le vendite nel 2014 si sono attestate sui 48 milioni di euro solo nelle catene della grande distribuzione, senza contare i piccoli negozi. Meno pinoli, domanda costante, uguale prezzi alle stelle. Così i furti nei supermercati, dove arriva a costare fino a 80/100 euro al chilo per le qualità migliori, si sono moltiplicati….Bande criminali hanno trovato un filone proficuo e relativamente poco rischioso da sfruttare: «Bisogna tenere conto che i pinoli arrivano ai grossisti in grandi contenitori, facili da reimballare con un marchio diverso di parte di un venditore senza scrupoli». Così, racconta un operatore del settore, i grandi commercianti si organizzano: il produttore non comunica al grossista tempi e modalità delle consegne per evitare pericolose fughe di notizie, i carichi sono più piccoli per limitare i danni eventuali”.

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